Il Maestro e Margherita

Il Maestro e Margherita

Aprile 15, 2022

“Non vorresti avere la bontà di riflettere sulla questione: che cosa farebbe il tuo bene, se non esistesse il male? E come apparirebbe la terra, se ne sparissero le ombre? Le ombre provengono dagli uomini e dalle cose. Ecco l’ombra della mia spada. Ma ci sono le ombre degli alberi e degli esseri viventi. Vuoi forse scorticare tutto il globo terrestre, portandogli via tutti gli alberi e tutto quanto c’è di vivo per il tuo capriccio di goderti la luce nuda? Sei sciocco”

Il maestro e Margherita è un romanzo russo di Michail Bulgakov, riscritto più volte tra il 1928 e il 1940 e pubblicato postumo a cavallo tra il 1966 e il 1967.

Russia, anni ‘30 del Novecento, a Mosca arriva Woland, o Satana accompagnato da alcuni personaggi assurdi, tra cui Korov’ev , il gatto Behemoth, insieme ai quali provocherà una serie di esilaranti episodi, che Bulgakov descrive con tagliente ironia mettendo in luce non solo le debolezze dei potenti ma anche degli intellettuali.
All’interno del libro troviamo un altro libro, quello riguardo al processo evangelico a Gesù e di Ponzio Pilato, ed è il romanzo scritto dal “Maestro” colui che per colpa del manoscritto ha smarrito la sua identità, ed è impazzito.

Tutto il romanzo è incentrato sul fragile equilibrio che sussiste tra il bene e il male. Siamo così sicuri che esista una netta distinzione tra queste forze? Forse a guardar bene dentro ognuno di noi alberga il maligno. E poi, e poi c’è la meravigliosa storia d’amore tra il Maestro, e la sua amante, Margherita. Ho ascoltato qualche tempo fa la sinossi fatta da Alessandro Barbero, della loro storia. Ho ritrovato tra le pagine la stessa magia descritta da lui.

Anno bisestile

Anno bisestile

Aprile 7, 2022

“Anni dopo avrebbe pensato: ricordi quel viaggio notturno per andare da Claude, che conoscevi appena ma speravi di poter amare tanto? Era l’inizio, ricordi com’eri felice? Ma in quel momento, mentre il treno rallentava per fermarsi a Rhinecliff, Lillian non avvertiva quella felicità, ripiegata dentro di lei. Per riconoscerla ci sarebbe voluto tempo. Come sarebbe pericolosa la vita, se la felicità più grande la provassimo quando sopraggiunge! Il mondo andrebbe in malora per la gioia: le automobili finirebbero fuori strada, gli aerei precipiterebbero dal cielo e i treni deraglierebbero estasiati”
Ho scelto questo libro un po’ spinto dal titolo, visto che l’anno più strano dal quale siamo usciti fuori era proprio un “anno bisestile” (2020) e fidandomi assolutamente dell’autore, Peter Cameron, che ho scoperto recentemente, e che fino ad ora non mi ha mai deluso.
L’anno bisestile a cui si riferisce il libro è il 1988. A New York, tra gallerie d’arte, palestre esclusive ed elitarie banche del seme, Cameron ci rende partecipi al rapimento più strambo del secolo e un tentato omicidio ancor più improbabile, trascinandoci poi, in diversi disastri felici in quell’ambito così complicato che è l’amore, in tutte le sue forme.
Si conclude con l’ultimo dell’anno, una notte che ho sempre amato, perché come dice Cameron, è sempre bello poter ricominciare da capo.

Belle Green

Belle Green

Marzo 30, 2022

“Non sono abituata che si decida il mio destino senza di me, quello che voglio fare lo decido io”

Siamo a New York, i primi del ‘900, in un’America violentemente razzista, dove anche le persone con una singola goccia di sangue nera venivano ghettizzate e private di tutti i diritti e privilegi dei bianchi. È in questo periodo storico che Belle da Costa Green e la sua famiglia effettua quello che ai tempi veniva definito “white passing”, approfittando dei suoi tratti chiari, decide insieme alla sua famiglia, di falsificare i documenti e la storia del suo passato, e varcare la soglia che divideva dall’oppressione sui neri, ai privilegi della comunità bianca, che aveva accesso a tutte le università più prestigiose e la libertà di decidere il proprio futuro.
Belle Green con la sua intelligenza e audacia sfida il destino salendo tutti i gradini della scala sia professionale che sociale fino a diventare la persona più fidata del magnate J.P. Morgan e la direttrice della sua favolosa libreria.
Fuori dal suo tempo, indipendente, erudita, appassionata di libri rari, riesce a conquistarsi la totale fiducia del “Grande Capo”il quale lascia completamente in mano a lei la gestione della sua collezione privata e diventa la sua più fidata confidente. La donna che più guadagnava in tutta America, in un’epoca in cui la priorità femminile era il matrimonio, lei è riuscita a emanciparsi e costruirsi fuori dall’ombra di qualsiasi uomo.

IL ROMANZO GOTICO DI TUTTI I TEMPI: FRA ISTINTO ANIMALESCO E SENTIMENTO PURISSIMO

Marzo 22, 2022

Una storia d’amore. Un pensiero proibito. Un sentimento peccaminoso. Un sogno innocente. Una speranza istintiva che sa travolgere il cuore con delicatezza estrema al punto da rapirlo: rapirlo per sempre, per donarlo, senza vita, durante un giorno d’inverno pungente, quando il nitrito…

Vita e destino

Vita e destino

Marzo 22, 2022

NON CI SONO BUONI E CATTIVI…
MA CI SONO AZIONI BUONE E AZIONI CATTIVE!
Non sappiamo se ci sia una morale oggettiva. E se ci fosse, abbiamo strumenti del tutto inadeguati per coglierla.
Tuttavia sappiamo che c’è un vissuto importante che tutti abbiamo, cioè quello di autodeterminarsi.
Questo vissuto, come ha spiegato bene il premio Nobel Amartya Sen, è alla base di un vero e proprio calcolo politico, cioè quello delle cosiddette capabilities.
In fondo, l’unica cosa oggettiva che possiamo dire è che la massimizzazione di queste capabilities va perseguita.
Purtroppo le nostre capabilities spesso, se realizzate, andrebbero a diminuire quelle degli altri.
L’unico principio morale che mi sento di abbracciare è questo: CHE LE CAPABILITIES SONO TUTTE UGUALI.
Tuttavia, la nostra percezione delle nostre capabilities dipende molto da come veniamo educati e da come è organizzata la convivenza sociale.
Ci sono modi di vivere che tagliano alla radice le nostre capabilities.
Tuttavia, quando qualcuno/a percepisce una propria capability fa molta fatica a rinunciarvi, perché è per lui o lei un bene prezioso.
La convivenza sociale va organizzata in modo che le nostre capabilities, quando non interferiscono con quelle degli altri, devono essere favorite.
QUESTO NON SUCCEDE NEI SISTEMI AUTOCRATICI.
Non ci sono buoni e cattivi…ci viene spesso ripetuto.
Il grande scrittore ucraino Vasilij Grossman, che però scriveva in russo, uno dei più grandi di tutti i tempi, nel suo capolavoro Vita e destino, ci spiega proprio questo: CHE NON CI SONO IL BENE E IL MALE, MA SOLO LE AZIONI BUONE E QUELLE CATTIVE.
E le azioni buone sono quelle che favoriscono le capabilities nostre e degli altri e quelle cattive sono quelle che diminuiscono le capabilities nostre e degli altri.
In questo momento aiutare l’Ucraina in tutti i modi che evitano una escalation militare è una buona azione, RESTARE NEUTRALI È UNA CATTIVA AZIONE.

TRILOGIA DELLA CITTÀ DI K.

TRILOGIA DELLA CITTÀ DI K.

Marzo 14, 2022

“Trilogia della città di K” è diviso in tre parti, la prima “Il grande quaderno”, è la parte più fiabesca, ma anche la più cruda: due gemelli vengono lasciati dalla mamma alla nonna, una donna avida e cattiva, ma che col tempo si affezionerà a loro. I bambini non giocano, non piangono, loro studiano e si esercitano a sopportare le prove alle quali la vita può metterli di fronte. Si mostrano cinici e raccontano con distacco la crudeltà della guerra che sta devastando le loro vite, non sembra esserne toccati. Viene tutto annotato in un quaderno che tengono nascosto. I due gemelli vengono visti come un’unica entità, la storia viene raccontata come se entrambi avessero lo stesso punto di vista, finché i due alla fine della prima parte si dividono.
Cambia radicalmente l’approccio alla storia così come anche lo stile di scrittura nella seconda parte, per poi cambiare una terza volta nell’ultima parte “Terza menzogna”.
Non voglio rischiare di spoilerare la storia, ma posso assicurare, che più si va avanti meno si è sicuri degli avvenimenti raccontati. Una storia dura, cruda come la guerra, ma non per questo si ha voglia di smettere di leggerlo. L’ho divorato in pochi giorni! Consiglio assolutamente.

Le anime morte

Le anime morte

Marzo 6, 2022

La Russia è in crisi e questa guerra serve a Putin per consolidare la sua leadership all’interno, proseguendo nella sua linea di rafforzare il mito della grande Russia panslava, che è in giro almeno dai tempi di Ivan il Terribile.
Nella storia della Russia, purtroppo, come bene aveva visto Toynbee, non è mai cambiato nulla. Nel 1917 si è passati dall’impero alla repubblica, ma il modo di governare è sempre lo stesso, oligarchia, annientamento degli oppositori, senza libertà di opinione, espansionismo, corruzione capillare.
Oscilla invece l’orientarsi del potere assoluto verso oriente o verso occidente. E Putin va a oriente. E ha ragione, perché il centro economico-politico è lá. Dopo il filo occidentalismo di Gorbachev e Yeltsin, seguaci di Pietro il Grande e Caterina, Putin, come Ivan il Terribile, Stalin e Breznev, guarda all’Asia.
Noi europei siamo del tutto impotenti, sia dal punto di vista economico, che militare. E non possiamo che assistere inermi allo scempio della ricca Ucraina, che ha dato i natali al grande scrittore Gogol, il padre della letteratura russa.
Le sanzioni blande servono a poco e quelle forti sono un boomerang. La Nato di certo non interviene a favore di un paese come l’Ucraina, che non è parte dell’alleanza.
Gli Stati Uniti sono lontani da quelle zone e governati da una persona in declino cognitivo, quindi non faranno nulla.
L’unica consolazione è che alla lunga questa mossa si ritorcerà probabilmente contro Putin, a causa della resistenza nell’Ucraina occupata, del fatto che la sua leadership, pur guardando a oriente, non è più in grado di risolvere i problemi economici della Russia, inflazione, corruzione, assenza di crescita.
Putin sparirà vergognosamente dalla storia e verrà ricordato come un criminale autocrate al pari di tanti altri. Difficile dire che cosa verrà dopo di lui.
Oggi siamo tutti ucraini!

INTERVISTA A GIUSEPPE ALBANESE, PIANISTA E FILOSOFO DI ECCEZIONE

INTERVISTA A GIUSEPPE ALBANESE, PIANISTA E FILOSOFO DI ECCEZIONE

Marzo 2, 2022

– Quali ragioni ti hanno indotto ad intraprendere studi universitari filosofici, essendo un pianista? In che senso, nella tua tesi di laurea, parli di “estetica” riguardo alle “Années de pèlerinage” di Liszt?Come per molti, l’incontro con la filosofia avvenne al primo liceo…

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