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Dicembre 19, 2024

Secondo l’ontologia funzionalista, la mente sarebbe rappresentabile completamente in termini computazionali, anche nei suoi aspetti qualitativi e intenzionali. Questo punto di vista è molto diffuso fra chi ha vissuto di riflesso la grande ondata cognitivista, da Wiener a Fodor. E la contro intuitività di questa tesi, messa in luce da Nagel con l’esempio della impossibilità di sapere che cosa si prova a essere un pipistrello e da Jackson con l’esempio di Mary, che sa tutto sul rosso, ma non lo ha mai visto e la prima volta che lo vede apprende qualcosa di nuovo non sono argomenti decisivi contro di essa. La serie TV Upload e diverse puntate di Black mirror presuppongono questa tesi, cioè che la mente umana possa stare in un hard disk. Aristotele non era d’accordo. Diceva che l’anima è la forma di uno specifico tipo di materia, cioè quella che è adatta a ospitarla. Neanche Searle é d’accordo. Egli pensa che solo quel particolare tipo di materia, che la biologia ha messo in luce, produce la soggettività animale e umana. Secondo me c’è un argomento epistemologico molto forte a favore di questa tesi. La nozione di computazione è un modello. Certo è un modello molto importante, legittimato dalla sua equivalenza con altre sei nozioni di calcolabilità, ma se lo usiamo per spiegare la psiche diventa un modello. Ritenere che un modello possa sostituire la realtà mi sembra un vero e proprio errore categoriale. La realtà della mente umana, che solo gli eliminativisti negano (Dennett, Churchland), non può essere rappresentata in modo completo da quella che in fondo non è altro che una teoria. Certo un’ottima teoria. Ma anche fosse la miglior teoria della mente umana non potrà mai essere completa. Questo non implica che la mente non possa essere qualcosa di diverso dal prodotto della biologia animale e umana, ma lo rende poco probabile. Questo punto di vista non è antimateriaista, ma è un materialismo diverso da quello proposto dal funzionalismo.

Maestri alla Reggia. Pierfrancesco Favino: «La fiaba è ancora possibile»

Maestri alla Reggia. Pierfrancesco Favino: «La fiaba è ancora possibile»

Dicembre 19, 2024

Caserta. Il vestibolo superiore della Reggia di Caserta, il suggestivo luogo dove si svolge la settima edizione della rassegna culturale Maestri alla Reggia, è sempre molto affollato quando sono ospiti i protagonisti del grande cinema italiano. Però, quando è il turno di Pierfrancesco…

Riconversione alla Società Post-Materialistica della pubblica Felicità – Felice Soldano

Dicembre 18, 2024

Felice Soldano, con il suo libro Riconversione alla società post materialistica della pubblica felicità, ci offre una riflessione profonda e ambiziosa su una delle più grandi sfide del nostro tempo: come trasformare una società basata sul materialismo e sul consumo in una…

Benedetto Croce

Benedetto Croce

Dicembre 15, 2024

In questo aureo libretto, uscito nel 1948, Dante Lattes, che diresse il Corriere Israelitico, discute una presa di posizione dell’augusto filosofo, che oltre a non capire un tubo di matematica – se ne vantava – e ad aver stabilito che la fisica è costituita da pseudo-concetti, cioè concetti non universali, ma di origine empirica, come quelli della tassonomia delle piante, mostra atteggiamenti schiettamente antisemiti. Nella prefazione a una raccolta di scritti di Cesare Merzagora, politico democristiano, antifascista e resistente, uscita credo nel 1946, Croce esprime l’orrore per le persecuzioni nazifasciste contro gli ebrei; e fin qui va bene. Poi dice tre cose, in un crescendo rossiniano di scempiaggini:

1. Gli italiani a differenza dei fascisti – mi risulta però che il secondo sia un sottoinsieme del primo; probabilmente Croce non sapendo di matematica, non se ne è reso conto – avrebbero sempre aiutato gli ebrei in questi tragici frangenti. Purtroppo è falso, anche se sono tanti i casi eroici di italiani che aiutano gli ebrei perseguitati, sono molto numerosi anche i casi contrari.

2. Gli ebrei perseguitati non devono chiedere ora allo Stato particolari privilegi, oltre al reintegro delle loro proprietà e cariche. Uno Stato che perseguita ingiustamente deve anche risarcire. Questo è ovvio. Oggi, ad esempio, lo Stato italiano spende milioni di euro per risarcire persone ingiustamente incarcerate.

3. Gli ebrei devono assimilarsi, così nessuno li perseguita più. Questa affermazione è il top della cretinata. Un conto è il fenomeno ampio degli ebrei italiani che dopo la Shoah hanno cercato di assimilarsi, un conto è chiedere a un popolo di sparire dalla faccia della Terra. Perché non lo chiediamo ai francesi, ai cinesi o ai cristiani? Veramente un’affermazione senza senso, che palesa una notevole miopia culturale.

METAPHYSIC SKEPSIS WISSENSCHAFT

METAPHYSIC SKEPSIS WISSENSCHAFT

Dicembre 10, 2024

Karl Buehler lo chiamava Aha Erlebnis, Wolfgang Koehler parlava di Einsicht, insight, intuizione. Oggi si chiama understanding. Ed è tornato al centro dell’attenzione dei filosofi. Non è conoscenza, perché ha una componente psicologica, ma non è neanche solo psicologia, perché ha una componente normativa. Cioè, quando qualcuno ha capito ha veramente capito. Comprendere è un particolare tipo di esperienza soggettiva che ha valore epistemico. È quello che Husserl chiamava il vissuto della verità e Brentano parlava di Evidenza. Stegmueller ci ha chiarito in un bellissimo libro, Skepsis, Wissenschaft und Metaphysik, purtroppo non tradotto, che questo vissuto non può far parte di una catena argomentativa, ma la conoscenza attinge sempre da esso. Recentemente Adriano Angelucci in un bellissimo paper ci ha spiegato bene questa strana situazione, riferendola al metodo dei casi in filosofia analitica. Che cosa c’entra tutto questo con ChatGPT? È abbastanza probabile che ChatGPT non comprenda, non abbia evidenza, non abbia insight. Non siamo sicuri, ma sappiamo che l’ insight è un fenomeno mentale legato strettamente a come siamo fatti noi. E ChatGPT è parecchio diversa da noi, sia dal punto di vista dell’organizzazione che della materia di cui è fatta. E allora perché dico che ChatGPT è con noi da migliaia di anni? La ragione è semplice. Avere un cervello molto grande, capace di elaborare algoritmi complessi, è stato evolutivamente vincente. Questo cervello ci permette di processare grandi quantità di informazioni in modo naturale e spontaneo. Tuttavia, la maggior parte delle volte questa elaborazione favorisce comportamenti verbali o non verbali adeguati, senza che noi abbiamo compreso. Sono come dei programmi di computer nel nostro cervello che lavorano automaticamente, senza alcun vissuto, senza alcuna intuizione. Queste vere e proprie subroutine le vediamo all’azione nei discorsi della maggior parte dei politici, nelle lezioni di tanti intellettuali di successo, nei paper di tanti studiosi molto acclamati. Ecco perché ChatGPT è con noi da sempre. È la dianoia senza il nous, la sintassi senza la semantica. A me non fa paura ChatGPT che è una tecnologia straordinaria, mi fa paura, invece, ChatGPT che è in noi. La dobbiamo esorcizzare. Essa ha anche un nome. Si chiama “sindrome dell’impostore”. Cioè far finta di aver capito, quando non si è capito un’acca. O meglio, il sentirsi un impostore deriva dal fatto che troppo spesso si è fatto finta. Capire è una delle parti più belle e significative della nostra vita. Proteggiamola e sviluppiamola.

“365 Pillole di inchiostro – L’agendario dell’anno” di Daniela Saraco: un viaggio quotidiano tra emozioni e riflessi di vita

“365 Pillole di inchiostro – L’agendario dell’anno” di Daniela Saraco: un viaggio quotidiano tra emozioni e riflessi di vita

Dicembre 6, 2024

che Planet Book annuncia la pubblicazione di 365 Pillole di Inchiostro – L’agendario dell’anno, il nuovo e affascinante progetto letterario di Daniela Saraco, docente, giornalista e scrittrice di grande sensibilità e talento. Questo libro-interattivo si propone come un compagno indispensabile per affrontare…

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