I turbocatastrofisti, che sono sempre esistiti, come ci ha insegnato Norman Cohn nel suo bel libro “I fanatici dell’apocalisse” del 1959, prevedono un declino delle democrazie liberali. Questo piace a chi si sente oppresso dalla vita che conduce e pensa che se ci fosse una grande palingenesi, tutto andrebbe meglio. Ovviamente, sono speranze vane. Indubbiamente la vita sa essere orribile, anche nelle nostre società, dove il benessere materiale è molto maggiore che nel passato e nei paesi più poveri. Questa sofferenza, che è comprensibile, non dovrebbe però trasformarsi nel desiderio di apocalisse. Detto questo, è indubbio che le democrazie liberali sono in difficoltà. Da parecchi anni la democrazia nel mondo arretra. E dove c’è è intrisa di populismo. Non solo, si è formata una alleanza politica ed economica fra paesi dittatoriali e oppressivi, come Russia, Cina e Iran. Questi paesi, che hanno una straordinaria tradizione culturale, non sono mai riusciti a evolvere verso la democrazia liberale, e sono di fatto una testimonianza dell’Ancien regime in pieno XXI secolo. Hanno una visione familistica e dinastica, immobilista e oppressiva, della politica. La Cina si è espansa fino al Tibet, si è presa Hong Kong e vorrebbe mangiarsi Taiwan. La Russia ha raso al suolo la Cecenia, ha russificato la Bielorussia, sta conquistando l’Ucraina, sta cercando di sottomettere Moldovia e Georgia. L’Iran aveva circondato Israele con basi militari a Gaza per il tramite di Hamas e in Libano, per il tramite di Hezbollah. Queste basi sono state costruite in mezzo ai civili e addirittura accanto alla presunta forza di pace dell’ONU. L’ONU purtroppo sembra sempre più simpatizzare per questi paesi anti-democratici. Anche in Italia, molti giornalisti in vista sono oggettivamente vicini a questi paesi, da Travaglio a Caracciolo. Non saprei dire se sono a libro paga delle dittature o se in loro ci sia solo una cupio dissolvi, come dicevamo prima. In tutta questa situazione molto preoccupante il recente rilascio della nuova indagine sull’innovazione nel mondo, fa sperare. Le dittature, compresa la Cina, non performano bene. Le democrazie liberali continuano a occupare quasi tutte le posizioni di punta. Nelle prime 10, solo Singapore non è una democrazia liberale. La Cina è 11esima. Sappiamo che l’innovazione non è solo il motore dell’economia, ma il motore del benessere. Infatti l’innovazione non crea solo PIL, ma anche miglioramenti nell’ambiente, nella salute e nell’istruzione. E l’indice prodotto da WIPO tiene conto anche di questo. Speriamo che i fanatici dell’apocalisse abbiano torto e che i nostri figli e le nostre figlie possano vivere in un mondo ancora democratico e libero.