Secondo l’ontologia funzionalista, la mente sarebbe rappresentabile completamente in termini computazionali, anche nei suoi aspetti qualitativi e intenzionali. Questo punto di vista è molto diffuso fra chi ha vissuto di riflesso la grande ondata cognitivista, da Wiener a Fodor. E la contro intuitività di questa tesi, messa in luce da Nagel con l’esempio della impossibilità di sapere che cosa si prova a essere un pipistrello e da Jackson con l’esempio di Mary, che sa tutto sul rosso, ma non lo ha mai visto e la prima volta che lo vede apprende qualcosa di nuovo non sono argomenti decisivi contro di essa. La serie TV Upload e diverse puntate di Black mirror presuppongono questa tesi, cioè che la mente umana possa stare in un hard disk. Aristotele non era d’accordo. Diceva che l’anima è la forma di uno specifico tipo di materia, cioè quella che è adatta a ospitarla. Neanche Searle é d’accordo. Egli pensa che solo quel particolare tipo di materia, che la biologia ha messo in luce, produce la soggettività animale e umana. Secondo me c’è un argomento epistemologico molto forte a favore di questa tesi. La nozione di computazione è un modello. Certo è un modello molto importante, legittimato dalla sua equivalenza con altre sei nozioni di calcolabilità, ma se lo usiamo per spiegare la psiche diventa un modello. Ritenere che un modello possa sostituire la realtà mi sembra un vero e proprio errore categoriale. La realtà della mente umana, che solo gli eliminativisti negano (Dennett, Churchland), non può essere rappresentata in modo completo da quella che in fondo non è altro che una teoria. Certo un’ottima teoria. Ma anche fosse la miglior teoria della mente umana non potrà mai essere completa. Questo non implica che la mente non possa essere qualcosa di diverso dal prodotto della biologia animale e umana, ma lo rende poco probabile. Questo punto di vista non è antimateriaista, ma è un materialismo diverso da quello proposto dal funzionalismo.
Autore: Davide Orlandi
Benedetto Croce
Dicembre 15, 2024 by Davide OrlandiIn questo aureo libretto, uscito nel 1948, Dante Lattes, che diresse il Corriere Israelitico, discute una presa di posizione dell’augusto filosofo, che oltre a non capire un tubo di matematica – se ne vantava – e ad aver stabilito che la fisica è costituita da pseudo-concetti, cioè concetti non universali, ma di origine empirica, come quelli della tassonomia delle piante, mostra atteggiamenti schiettamente antisemiti. Nella prefazione a una raccolta di scritti di Cesare Merzagora, politico democristiano, antifascista e resistente, uscita credo nel 1946, Croce esprime l’orrore per le persecuzioni nazifasciste contro gli ebrei; e fin qui va bene. Poi dice tre cose, in un crescendo rossiniano di scempiaggini:
1. Gli italiani a differenza dei fascisti – mi risulta però che il secondo sia un sottoinsieme del primo; probabilmente Croce non sapendo di matematica, non se ne è reso conto – avrebbero sempre aiutato gli ebrei in questi tragici frangenti. Purtroppo è falso, anche se sono tanti i casi eroici di italiani che aiutano gli ebrei perseguitati, sono molto numerosi anche i casi contrari.
2. Gli ebrei perseguitati non devono chiedere ora allo Stato particolari privilegi, oltre al reintegro delle loro proprietà e cariche. Uno Stato che perseguita ingiustamente deve anche risarcire. Questo è ovvio. Oggi, ad esempio, lo Stato italiano spende milioni di euro per risarcire persone ingiustamente incarcerate.
3. Gli ebrei devono assimilarsi, così nessuno li perseguita più. Questa affermazione è il top della cretinata. Un conto è il fenomeno ampio degli ebrei italiani che dopo la Shoah hanno cercato di assimilarsi, un conto è chiedere a un popolo di sparire dalla faccia della Terra. Perché non lo chiediamo ai francesi, ai cinesi o ai cristiani? Veramente un’affermazione senza senso, che palesa una notevole miopia culturale.
METAPHYSIC SKEPSIS WISSENSCHAFT
Dicembre 10, 2024 by Davide OrlandiKarl Buehler lo chiamava Aha Erlebnis, Wolfgang Koehler parlava di Einsicht, insight, intuizione. Oggi si chiama understanding. Ed è tornato al centro dell’attenzione dei filosofi. Non è conoscenza, perché ha una componente psicologica, ma non è neanche solo psicologia, perché ha una componente normativa. Cioè, quando qualcuno ha capito ha veramente capito. Comprendere è un particolare tipo di esperienza soggettiva che ha valore epistemico. È quello che Husserl chiamava il vissuto della verità e Brentano parlava di Evidenza. Stegmueller ci ha chiarito in un bellissimo libro, Skepsis, Wissenschaft und Metaphysik, purtroppo non tradotto, che questo vissuto non può far parte di una catena argomentativa, ma la conoscenza attinge sempre da esso. Recentemente Adriano Angelucci in un bellissimo paper ci ha spiegato bene questa strana situazione, riferendola al metodo dei casi in filosofia analitica. Che cosa c’entra tutto questo con ChatGPT? È abbastanza probabile che ChatGPT non comprenda, non abbia evidenza, non abbia insight. Non siamo sicuri, ma sappiamo che l’ insight è un fenomeno mentale legato strettamente a come siamo fatti noi. E ChatGPT è parecchio diversa da noi, sia dal punto di vista dell’organizzazione che della materia di cui è fatta. E allora perché dico che ChatGPT è con noi da migliaia di anni? La ragione è semplice. Avere un cervello molto grande, capace di elaborare algoritmi complessi, è stato evolutivamente vincente. Questo cervello ci permette di processare grandi quantità di informazioni in modo naturale e spontaneo. Tuttavia, la maggior parte delle volte questa elaborazione favorisce comportamenti verbali o non verbali adeguati, senza che noi abbiamo compreso. Sono come dei programmi di computer nel nostro cervello che lavorano automaticamente, senza alcun vissuto, senza alcuna intuizione. Queste vere e proprie subroutine le vediamo all’azione nei discorsi della maggior parte dei politici, nelle lezioni di tanti intellettuali di successo, nei paper di tanti studiosi molto acclamati. Ecco perché ChatGPT è con noi da sempre. È la dianoia senza il nous, la sintassi senza la semantica. A me non fa paura ChatGPT che è una tecnologia straordinaria, mi fa paura, invece, ChatGPT che è in noi. La dobbiamo esorcizzare. Essa ha anche un nome. Si chiama “sindrome dell’impostore”. Cioè far finta di aver capito, quando non si è capito un’acca. O meglio, il sentirsi un impostore deriva dal fatto che troppo spesso si è fatto finta. Capire è una delle parti più belle e significative della nostra vita. Proteggiamola e sviluppiamola.
I FANATICI DELL’APOCALISSE
Dicembre 4, 2024 by Davide OrlandiI turbocatastrofisti, che sono sempre esistiti, come ci ha insegnato Norman Cohn nel suo bel libro “I fanatici dell’apocalisse” del 1959, prevedono un declino delle democrazie liberali. Questo piace a chi si sente oppresso dalla vita che conduce e pensa che se ci fosse una grande palingenesi, tutto andrebbe meglio. Ovviamente, sono speranze vane. Indubbiamente la vita sa essere orribile, anche nelle nostre società, dove il benessere materiale è molto maggiore che nel passato e nei paesi più poveri. Questa sofferenza, che è comprensibile, non dovrebbe però trasformarsi nel desiderio di apocalisse. Detto questo, è indubbio che le democrazie liberali sono in difficoltà. Da parecchi anni la democrazia nel mondo arretra. E dove c’è è intrisa di populismo. Non solo, si è formata una alleanza politica ed economica fra paesi dittatoriali e oppressivi, come Russia, Cina e Iran. Questi paesi, che hanno una straordinaria tradizione culturale, non sono mai riusciti a evolvere verso la democrazia liberale, e sono di fatto una testimonianza dell’Ancien regime in pieno XXI secolo. Hanno una visione familistica e dinastica, immobilista e oppressiva, della politica. La Cina si è espansa fino al Tibet, si è presa Hong Kong e vorrebbe mangiarsi Taiwan. La Russia ha raso al suolo la Cecenia, ha russificato la Bielorussia, sta conquistando l’Ucraina, sta cercando di sottomettere Moldovia e Georgia. L’Iran aveva circondato Israele con basi militari a Gaza per il tramite di Hamas e in Libano, per il tramite di Hezbollah. Queste basi sono state costruite in mezzo ai civili e addirittura accanto alla presunta forza di pace dell’ONU. L’ONU purtroppo sembra sempre più simpatizzare per questi paesi anti-democratici. Anche in Italia, molti giornalisti in vista sono oggettivamente vicini a questi paesi, da Travaglio a Caracciolo. Non saprei dire se sono a libro paga delle dittature o se in loro ci sia solo una cupio dissolvi, come dicevamo prima. In tutta questa situazione molto preoccupante il recente rilascio della nuova indagine sull’innovazione nel mondo, fa sperare. Le dittature, compresa la Cina, non performano bene. Le democrazie liberali continuano a occupare quasi tutte le posizioni di punta. Nelle prime 10, solo Singapore non è una democrazia liberale. La Cina è 11esima. Sappiamo che l’innovazione non è solo il motore dell’economia, ma il motore del benessere. Infatti l’innovazione non crea solo PIL, ma anche miglioramenti nell’ambiente, nella salute e nell’istruzione. E l’indice prodotto da WIPO tiene conto anche di questo. Speriamo che i fanatici dell’apocalisse abbiano torto e che i nostri figli e le nostre figlie possano vivere in un mondo ancora democratico e libero.
Tra Storia e Storicismo
Novembre 30, 2024 by Davide OrlandiIl grande storico dell’antichità Arnaldo Momigliano ha fra i suoi tanti meriti quello di aver fondato una nuova disciplina, cioè la storia della storiografia. Fra i molti saggi che vi ha dedicato ce ne è uno particolarmente interessante che parla di Droysen,…
Così parlò Zarathustra
Novembre 22, 2024 by Davide OrlandiNella splendida quarta e ultima parte dello Zarathustra, Nietzsche propone un’immagine straordinaria dell’oltre uomo. Zarathustra ha incontrato personaggi improbabili lungo il suo percorso, dall’uomo più brutto del mondo, che ha ucciso Dio, al mendicante volontario. Dà appuntamento a tutti in una caverna poco distante. Avvicinandosi al luogo stabilito sente una voce all’unisono che proviene dalla grotta, è la voce dell’oltre uomo. La metafora è limpida. In una società conformista, i nuovi valori arriveranno dagli emarginati, dai freaks, dagli strambi. Ci sarà anche qualcosa di vero in questa bella immagine, ma sicuramente c’è anche qualcosa di tragicamente falso. Gli strambi, gli scemi del villaggio, i clown, i diversi non collaborano. Sono dei lupi solitari, espulsi dal tran tran della vita quotidiana, non accettati, in perenne difficoltà e più che il grido all’unisono dello Zarathustra, sono come i capponi di Renzo, che nella sfortuna si beccano fra di loro.
Il punto di vista del mostro
Novembre 13, 2024 by Davide OrlandiIn questi giorni ho riscoperto uno scrittore oggi purtroppo quasi dimenticato. Si tratta di Giampaolo Rugarli (scomparso nel 2014) che aveva raggiunto negli anni ’90 e nei primi anni del 2000 una certa notorietà, senza però riuscire a imporsi davvero al grande…
Tokyo Cancelled
Novembre 9, 2024 by Davide OrlandiNel 2006 Feltrinelli pubblicò il romanzo d’esordio (“romanzo” è però un termine improprio) di un giovane scrittore giramondo, nato e cresciuto in Europa, e stabilitosi poi in India. L’opera in questione, “Tokyo Cancelled”, è in realtà una raccolta di racconti dalle atmosfere decisamente weird, inseriti in una cornice sul modello del Decameron e dei Racconti di Canterbury (anche se più che a Boccaccio e a Chaucer, converrebbe far riferimento a “Cavie” di Palahniuk: medesimo anno di pubblicazione, temi e intonazione analoghi).
Dasgupta immagina che un Boeing 747 sia costretto da una tempesta di neve a un atterraggio d’emergenza in un sobborgo di Tokyo e che tredici passeggeri del volo decidano di trascorrere il tempo di forzata inattività raccontandosi storie.
Le 13 storie – diversissime tra loro – sono fiabe nere e crudeli, che mescolano storia e fantascienza, realismo e magia, contaminando le ossessioni del mondo occidentale con i temi spiritualistici di matrice orientale. Il focus si sposta di continuo dall’invenzione pura e apparentemente fine a se stessa (nel “Negozio di Madison Avenue” la protagonista, mangiando biscotti Oreo, si trasforma… in una boutique di lusso!) alla rappresentazione grottesca di temi di forte impatto sociale (“La casa del cartografo di Francoforte” può sembrare a prima vista un racconto delirante ma, letto con più attenzione, risulta essere un intelligente atto d’accusa verso lo sfruttamento lavorativo dei migranti e verso le sanguinose contraddizioni della globalizzazione, il vero “mostro” di “Tokyo Cancelled”).
Non tutte le storie hanno la stessa qualità – la narrazione risente di una certa discontinuità – ma per coloro che possiedono stomaco forte e non arretrano di fronte a scene raccapriccianti o a idilli carnali tra fratello e sorella (perdipiù gemelli!) le storie disturbanti di Dasgupta possono certamente fornire stimoli emotivi e intellettuali di livello.
La Regina di Pomerania e altre storie di Vigàta
Novembre 1, 2024 by Davide OrlandiHo letto decine e decine di racconti di Camilleri negli ultimi due anni (ho scoperto le magnifiche storie del Maestro solo in tardissima età, mea culpa!) ma credo di non essermi mai divertito tanto come durante la lettura di questa raccolta del…
Senza dirlo a nessuno
Ottobre 24, 2024 by Davide Orlandi“Manish era più bravo a sorridere che a ridere”Sono così gli adolescenti, alcuni vulcanici e altri silenziosi, ci sono quelli che destano un sacco di pensieri e altri che invece vivono quieti. Ma in ognuno di loro c’è una linfa vitale, energetica…