Speranza all’alba
Vorrei prendere la voce di un figlio,
di una madre, di un padre,
di una moglie, di un marito,
di un compagno, di un amico
per portare l’ultimo abbraccio alle persone
che stanno combattendo la malattia da soli.
Vorrei fare rinascere la speranza all’alba,
non sentire più il pianto dei fiori di sangue,
in questo fragile spessore di terra,
nascosta da città con teste piatte,
dove i giudizi titubanti nutrono le urla
di chi dimentica dimenticandosi che
la fame di vita sotterrata nasconde la più profonda fame.