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di Paolo Miggiano

Bagnoli, periferia di Napoli, 21 dicembre 2019. L’appuntamento è al Never mind, Live Music & Drink, un piccolo locale dove si suona musica dal vivo e nel quale Cesare Gardini si prodiga per far giungere musicisti tra i più impegnati. 

La sera del 21 dicembre l’appuntamento era con Luca Caiazzo, in arte Lucariello, uno dei rapper più impegnati nella scena musicale napoletana e anche nazionale, con all’attivo molte collaborazioni con gruppi musicali importanti come gli Alma Megretta e Fabri Fibra. È bastato un semplice messaggio WhatsApp per far riempire il locale all’inverosimile: «Ciao Paolo, sabato 21 dicembre farò un con certo per pochi amici per presentare in anteprima la mia band. Sto invitando solo persone a cui tengo e con le quali voglio condividere questo momento importante.  […] Il locale dove si svolgerà è il Never mind di Bagnoli».

Così, in poco tempo noi amici di Luca ci siamo ritrovati tutti nell’accogliente locale di Cesare, dove le luci soffuse, la musica in sottofondo e un buon bicchiere ci intrattengono in attesa del concerto. L’atmosfera è cordiale, favorisce l’incontro, lo scambio di opinioni, perché se sei amico di Luca si finisce per essere amico anche di quelli che si sono dati appuntamento lì in una particolare sera di dicembre. La sera del solstizio d’inverno, dove tutto, con la sosta del sole, si avvia al cambiamento, la luce che vince il buio. E qui al Never mind, le luci soffuse e colorate riflesse sugli strumenti hanno creato l’atmosfera adatta all’annuncio del cambiamento dello stile musicale di Lucariello.

Arrivo al Never mind ed in una sala interna trovo Luca da solo. È nella sua mezz’ora di meditazione prima dell’inizio del concerto. Un caloroso abbraccio e i nostri discorsi finiscono dove abbiamo iniziato, le tante iniziative culturali e sociali realizzate insieme in giro per la Campania e l’Italia, ma questa è un’altra vecchia storia. Poi mi rivolgo a Luca con una domanda:

Bene Luca, che facciamo qui stasera?

Questa è una serata importante che segna un passaggio di maturità, quello che va da Lucariello a L10N, un cambio di stile, un alter ego che artisticamente è più libero. Questa sera presenteremo insieme la nostra band, che rappresenta anche la necessità di un passaggio generazionale 

Quindi una band, un gruppo musicale che ti accompagnerà nei tuoi concerti live. Vediamo chi sono?

Si, infatti, non si tratterà di cantare solo con le basi, ma con gli strumenti dal vivo. Un suono più adulto, quindi, più blues, con alcune canzoni anche in italiano. Le persone che mi accompagneranno in questo nuovo percorso musicale sono tutti musicisti napoletani, ma soprattutto cari amici. A formare il “Club” Fabio Di Bartolomeo al piano e tanto altro ancora, Alessandro Paradiso alla batteria, Marcello Giannini alla chitarra e Lorenzo Scarpetta al basso. 

Pian piano la sala si riempie e Luca, tra una battuta e l’altra, inizia il suo concerto per gli amici più stretti e sono davvero tanti.

Il suo non è il repertorio di un rap leggero e banale, ma impegnato sui temi del disagio e della camorra e così inizia con Cappotto di legno, una dura presa di posizione contro la camorra, quella camorra che fa affari, distrugge, spara e uccide, una canzone scritta in collaborazione con Roberto Saviano, immaginando il momento e le modalità con cui la camorra di Casal di Principe lo avrebbe ucciso.

E mentre gli animi si sono riscaldati all’incalzante ritmo del rap, il repertorio prosegue con Nuje vulimme ‘na speranza, un grido di dolore per una terra senza speranza che fu la sigla finale della serie di Gomorra. Ed il repertorio prosegue con Miettice ‘a faccia, la canzone colonna sonora della serie televisiva Sotto copertura, e con due inediti Io e Che cos’è, un singolo in italiano che per Lucariello rappresenta anche cosa vuol dire essere napoletani. Io e che cos’è, annuncia Lucariello, sono due singoli che andranno a comporre il nuovo album che vedrà la luce nei prossimi mesi il cui titolo ancora non possiamo svelare, ma le premesse che sarà un successo ci sono tutte.

La musica è una cosa alta, dice Lucariello, mentre si appresta al suo concerto per gli amici, ti fa parlare con l’universo. Insomma la musica è qualcosa che sa far star bene un artista come lui, un artista che nella sera del solstizio d’inverno, ha il coraggio di annunciare che anche per lui, per la sua musica, per la sua poetica, sta per ricominciare tutto daccapo. È un giorno importante per Lucariello, un giorno in cui annuncia che da questa sera è anche L10N, un leone che, nato dentro ad un mondo sbagliato, a quarantadue anni, guarda alla sua musica con un occhio nuovo e intraprende un viaggio nuovo. «Ho capito di non avere più paura di essere me stesso». quindi non ci resta che aspettare che il leone ci faccia sentire i suoi ruggiti di libertà. 

«Lucariello, io penso che tu debba in qualche maniere cambiare genere, un genere nuovo, ma che poi nuovo per te non lo è, tipo quello che hai percorso per I nuovi Mille», ho sempre detto al mio amico Lucariello. Forse mi ha ascoltato.

News Reporter
Un uomo controcorrente, che crede nelle persone e nell'affermazione dei diritti di libertà. Dentro ad una divisa grigio verde i fumi dei lacrimogeni, gli spari, le botte - quelle prese e quelle date - la guerriglia nelle piazze di Milano, Genova, Torino, Roma, Reggio Calabria, Aspromonte, Palermo e le gambe che gli tremano ed il cuore che batte, forte. Rammenta i compagni feriti e quelli caduti e pensa che è fortunato che non sia toccato a lui. E poi apprende che un intellettuale, Pier Paolo Pasolini, aveva parlato di lui e di quelli come lui e aveva detto che, mentre a Valle Giulia (1968 e lui era ancora un bambino) altri giovani facevano a botte con quelli come lui, egli stava - “simpatizzava” - dalla sua parte, perché i poliziotti sono figli di poveri. E capisce che può farcela, che c’è, forse, una strada, per ottenere i diritti, che ancora non ha. Ed è su questi ideali, che Paolo Miggiano ha camminato.
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