
“Guardo una nuvola bianca
che diviene, slanciandosi, un drago.
Maestosa, e tuttavia leggiadra,
si libra nel cielo di giugno
impalpabile come fumo.
[…]
Ed è meraviglia e impotenza
che la vita sia eterno fermento.”
Questi versi sono un piccolo “assaggio” per avvicinarsi alla sensibilità creativa e allo stile letterario di Maria Elena Cembali. Sono tratti dalla poesia “La nuvola e il drago”, inserita nella raccolta poetica “Soglie”, pubblicata nel 2023 dalla Società Editrice “il Ponte Vecchio”. Si tratta di un insieme di più di settanta poesie.
Cembali sa dare vita a immagini che si innalzano leggere nella nostra mente, come palloncini che si sono liberati dalla nostra presa terrena, e incuranti della materia di cui il mondo e noi siamo fatti si innalzano nel cielo dell’arte, trasformandosi nella Bellezza della Poesia. Esaminando le composizioni di questa silloge si scopre la maestria con cui l’autrice ha saputo scegliere le parole, incastonandole in un lavoro di “ricamo” poetico come solo un’abile tessitrice di versi è in grado di organizzare, costruendo una trama di significati e significanti unici, che creano armonia interiore, visiva e musicale, in noi lettori.
I temi trattati sono vari, ma in particolare mi hanno colpito quelli che rimandano all’introspezione, ai rapporti affettivi, all’apertura verso l’altro, chiunque esso sia, in una dinamica di rimando dal tu all’io che genera un continuo rispecchiamento nell’abbandonarsi alla comprensione reciproca, alla gioia di saper abitare i pensieri, le gioie, i dolori, le aspirazioni di chi incontriamo sulla nostra strada.
C’è una poesia che mi ha colpito profondamente e che immette nel cuore del messaggio di speranza della Risurrezione. Si intitola “Pasqua”:
“Rintocca la campana
l’istante del risveglio
e ricorda a questo giorno
di non essere per caso
ché nel seno suo racchiude
la più ardita delle ore
che trasfigura l’oggi
in gemme per domani.”
Non serve aggiungere alcun commento per questi versi, in cui Cembali ha usato la parola come ponte che unisce il nostro giorno terreno con la speranza della Salvezza, bella come la luce che attraversa una pietra preziosa.