All’orizzonte finisce la terra. Le avventure di Momar Seye, Tempo al Libro di Andrea Pagani e Alex Moustapha Sarr

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La lettura appena terminata di questo libro mi ha procurato una sensazione inaspettata. Il romanzo narra la storia di un ragazzo senegalese che mette a repentaglio la propria vita e lascia gli affetti più cari per poter arrivare nel cuore dell’Europa, a Parigi. In seguito vede i sacrifici e le privazioni, sopportate fino a quel momento, non corrispondere ai risultati finali che si era prefissato. Ciò che aveva sognato non si realizza definitivamente, vivere in un altro continente e cambiare la sua vita. Nonostante le cose non vadano come sperava, il racconto che Momar, il protagonista, narra in prima persona trasmette senso di equilibrio e serenità. E questo, all’inizio della lettura, non me l’aspettavo.
Le incertezze, i dubbi, le indecisioni sono presenti dall’incipit fino alla conclusione della storia, ma vengono controbilanciati dalla forza di volontà di combattere che Momar mette in campo ogni giorno, per affrontare la propria battaglia per la vita. La sua è un’odissea nel senso letterale del termine. Impiega anni per attraversare i paesi che separano il Senegal dal Mediterraneo e poi dalla Francia, dove insegue il sogno di riunirsi alla cara amica Aby, che l’ha preceduto nella partenza dall’Africa.
Non è una storia ambientata ai giorni nostri, ma tutti sappiamo, purtroppo, come il dolore e le morti per superare le frontiere nazionali e il Mediterraneo continuino a essere temi che riempiono i notiziari e gli articoli di attualità del nostro tempo. Questo romanzo racconta la crisi economica e politica della decolonizzazione africana, in particolare del Senegal nel secolo scorso, e le conseguenze negative che si ebbero negli anni Settanta del ‘900. Le angosce, le speranze infrante, le lacerazioni esistenziali sono le stesse vissute oggi da chi è costretto ad abbandonate la propria terra d’origine, per tentare di ricominciare un’esistenza diversa in un paese con maggiori opportunità lavorative, libertà civili e politiche.
La scelta più forte, importante e fondamentale che il protagonista è chiamato a compiere sarà svelata solo nelle ultime pagine, dove è possibile leggere tra le righe un messaggio di civiltà e intenzione creatrice di ponti che possano mettere in collegamento le culture; riconoscendo che la strada per giungere al vero dialogo costruttivo tra visioni politiche ed economiche diverse si costruisce lentamente giorno per giorno, con pazienza, tolleranza e rispetto reciproco, senza lasciarsi attrarre dalle soluzioni veloci e immediate promesse dall’uso della violenza.
Lo stile utilizzato dai due coautori è “leggero” e impegnato allo stesso tempo. Le frasi nette, sintetiche, asciutte, non lasciano spazio a forme di sentimentalismi scontati o, peggio ancora, patetici. I personaggi si stagliano nella loro energia “esplosiva”, rivolta verso la volontà di poter sperimentare la libertà di scegliere il proprio futuro, smarcandosi dalle imposizioni della tradizione o del fatalismo che riempiono gli ambienti familiari in cui sono cresciuti.
Alcuni passi tratti dal libro evidenziano bene questo amore per la libertà, concretizzato nel momento in cui Momar si trova sull’aereo che decolla dalla Libia per raggiungere la Francia:
Ore 11.29.
I motori si accendono.
[…]
Dal finestrino osservo la terra, sotto di me, le case, le strade, le nuvole, il mare.
La distesa infinita del mare.
Onde palpitanti, come le colline del deserto.
Ed ecco, ora, arriva. L’emozione.
Improvvisamente, un tuffo, d’un colpo. Veemente.
Sollevato da terra, in cielo, sfilano in rassegna le immagini.
[…]
Ce l’ho fatta.
E’ come se il respiro non fosse più mio.
Ma fosse il respiro della natura.
Tutta la natura in me.
Oltre la vita. Alla fine della terra.
Nella vastità
.”
E’ una prosa a tratti lirica, quella che si può assaporare con la lettura di questo romanzo. Su tutto prevale, secondo me, il significato simbolico della metafora della fusione tra cielo, mare e terra, un unicum primordiale in cui perdersi e ritrovarsi in armonia con il mondo.

News Reporter
Docente di Lettere a Forlì, ha pubblicato articoli e racconti su riviste online. Alcuni suoi testi, in prosa e in versi, sono stati segnalati in concorso letterari nazionali e pubblicati in antologie cartacee. Nel 2022 ha pubblicato il romanzo “La tentazione della scrittura. Memorie dall’Appennino”, Calamaro Edizioni, Finalista al Premio Nabokov 2023 e Menzione Speciale del Premio Letterario Nazionale Ipazia 2024. Da febbraio 2024 collabora con Il Giornale Letterario del Premio Nabokov. A settembre 2024 ha pubblicato la silloge poetica “Sulle soglie del nulla”, Tempo al Libro.
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