
Emilio Rega, nato a Villa San Giovanni nel 1955, si è laureato in Filosofia a Genova nel 1981 con una tesi su Robert Musil, ricevendo riconoscimenti da studiosi come Claudio Magris e istituti internazionali. Ha pubblicato un saggio su Musil in “Studi Tedeschi” e curato l’edizione italiana de La ragione nell’età della scienza di Gadamer (Il Melangolo, 1986). Dal 1993 ha pubblicato numerosi volumi di aforismi, apprezzati da critici, quotidiani e figure di spicco della cultura italiana. I suoi aforismi compaiono su siti specializzati e sono stati tradotti in varie lingue. Ha partecipato a numerose antologie poetiche e ha pubblicato due sillogi. Vincitore e finalista in molti premi letterari, tra cui “Ossi di Seppia”, “Farfalla d’argento” e “Città del Galateo”, ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il valore della sua produzione poetica e aforistica. Ha pubblicato anche un libro per bambini nel 2016. Vive a Bogliasco (GE).
AMORE
Cogitabondo vago solitario
alla ricerca di qualcosa che ho perduto
l’allegria della gente da cui rifuggo
mi fa sentire ancor più misero, desolato.
Eppure l’amore che bambino vagheggiai
è rimasto intatto nella mente
preservato dalle contaminazioni esterne
oro puro senza quotazione.
E me ne torno a casa con la consapevolezza
di come l’Amore sia l’unica cosa
che sopravvive alla morte.
LUNA ED IO
Sempre cara mi sarai
compagna fedele
bastardina per i tuoi denigratori
meticcia per le persone più sensibili.
Imbarazzante è la tua capacità
di soffrire silenziosamente
compensata da quella di gioire sfrenatamente.
Un epitaffio scritto con il cuore
un dì sarà il mio estremo saluto
sempre che sia io ahimè il sopravvissuto.
La Fine, Il Sogno, L’Estasi di Emilio Rega & Voltaire – Un dialogo poetico tra abisso e trascendenza

Con “La Fine, Il Sogno, L’Estasi”, ventiseiesimo volume della collana “I Capolavori Inversi” edita da Grace Edizioni, il poeta Emilio Rega firma un’opera di notevole intensità lirica e profondità concettuale. L’opera si articola in un percorso tripartito che attraversa le grandi questioni dell’esistenza umana — la morte, il desiderio e l’estasi — filtrate attraverso una voce poetica che si confronta, in un dialogo simbolico, con il pensiero di Voltaire. Il titolo stesso anticipa un itinerario interiore e riflessivo, una sorta di itinerarium mentis che spazia dal disincanto alla trascendenza. Quella proposta da Rega è una silloge viscerale e meditativa, in cui la parola poetica si fa carne e visione, dolore e rivelazione. I versi si muovono lungo un arco narrativo che ripercorre le tappe della trasformazione dell’io: dalla dissoluzione dell’identità alla sua trasfigurazione spirituale. In questo contesto, la poesia assume la forma di un’esperienza simbolica e catartica, in cui ogni immagine è metafora, ogni parola è ferita e rinascita. Nella prima sezione, “La Fine”, il tono si fa crudo e corporeo. Il poeta mette in scena la sofferenza del corpo e il disfacimento dell’identità con versi laceranti, che esplorano l’abisso dell’esperienza umana senza filtri né consolazioni. È il regno del disincanto, dove la parola poetica si spezza e si contorce, riflettendo la frattura interiore del soggetto. Con “Il Sogno”, si entra in una dimensione sospesa, onirica, dove il desiderio sopravvive alla rovina. Qui la lingua si fa visionaria, i simboli si moltiplicano, e l’immaginazione sembra farsi strumento di resistenza e speranza. È un momento di apertura verso l’ignoto, in cui il reale si dissolve a favore dell’altrove. Infine, “L’Estasi” rappresenta il culmine emotivo e spirituale del viaggio poetico. Il dolore, pur presente, viene trasceso. Il corpo, prima segnato dalla sofferenza, si dissolve in luce, in un’esperienza quasi liturgica. I versi si fanno lirici, attraversati da una tensione sacrale che restituisce un senso di pace raggiunta attraverso la frattura. Rega propone una poesia che non teme l’oscurità, ma la attraversa per trasformarla. La sua scrittura si rivela come un diario mistico e sensuale al tempo stesso, in cui la parola è preghiera e ferita, sogno e carne, delirio e resurrezione. Il linguaggio, evocativo e ricco di immagini potenti, costruisce una poetica capace di colpire nel profondo per la sua densità emotiva e la sua spinta metafisica. “La Fine, Il Sogno, L’Estasi” non è una lettura consolatoria, ma un’esperienza poetica che richiede ascolto e rilettura, capace di accompagnare il lettore in una dimensione altra, senza mai abbandonarlo del tutto. Chi cerca una poesia che interroghi le grandi questioni della vita e intrecci riflessioni di epoche e sensibilità diverse, troverà in questa silloge un’occasione preziosa di arricchimento e stimolo intellettuale.
Luigi De Cristofari