
“Un animale selvaggio” di Joel Dicker è stato il libro più venduto del 2024 e, come spesso succede per i bestseller, è stato oggetto di parecchie critiche.
Le recensioni che ho letto sul web – la maggior parte negative o assai tiepide – mi hanno riportato alla mente i commenti dei lettori su «La vita intima» di Ammaniti, un romanzo bersagliato da critiche pressoché unanimi. Se ben ricordo, proprio i fan più accaniti di Ammaniti avevano manifestato la maggiore disapprovazione, delusi e quasi offesi da un’opera ritenuta imparagonabile ai libri più famosi («Ti prendo e ti porto via» e «Io non ho paura», in primis; ma anche «Io e te» e «Che la festa cominci»). Sono d’accordo sul fatto che Ammaniti e Dicker non abbiano sfornato adesso le loro opere migliori, ma non trovo per nulla disprezzabile la loro produzione più recente.
In conclusione, non mi sento affatto tradito da “Un animale selvaggio”: giudico anzi “eccellente” il modo in cui l’autore ginevrino ha saputo gestire flashback e colpi di scena, e approvo incondizionatamente il suo tentativo di creare suspense evitando di piazzare il solito 0micidi0 nei capitoli iniziali e rinunciando ad annegare le pagine nel sangue (una delle critiche più frequenti dei lettori è stata per l’appunto: non succede niente).
Per me, invece, è un sì!