PRIGIONI di Gabriella Maldini

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La storia di questo romanzo prende subito il lettore “alla gola”. Il titolo riproduce in modo perfetto la sensazione di “trappole sociali” in cui si muovono i protagonisti, Alessandro e Lucia, insieme ai genitori di lui, Fabrizio e Sara.
Più delle osservazioni critiche che si possono scrivere su questo testo, a mio parere risulta efficace riportare direttamente qualche passo, che immette senza mediazioni nel cuore della storia.
Pag. 59: “Passo qui davanti da una vita, ma è la prima volta che guardo questo portone. Incontrare Lucia è stato l’inizio di continue prime volte, un continuo cominciare che ancora mi sorprende, e a volte mi disorienta. Se solo tre mesi fa mi avessero detto che sarei stato ad aspettare la mia ragazza davanti al portone di una galera, non li avrei, non dico ascoltati, ma nemmeno sentiti. E ora sono qui, col cuore carico a mille, che quasi non vedo più né il portone né quello che ci sta intorno. E l’unica cosa che riesco a pensare, a vedere, sono i suoi occhi, che tra poco finalmente rivedrò, che finalmente mi guarderanno.”
Pag. 75: “Sara si aggira nel salone vuoto, avvolta in una spirale di mezzi pensieri, mezze sensazioni che sente sempre più stretta. Un giogo sottile ma ineluttabile, manovrato da una mano invisibile, il tempo. Scorre come un in un sogno ogni dettaglio di quella stanza ancora fresca di un nuovo inizio: le pareti impeccabilmente verniciate, il legno del pavimento senza alcuna opacità, il tavolo e la credenza ottocenteschi smaglianti di restauro.[…] La loro storia, di suo marito e suo figlio, lì ritratti nei momenti più intensi delle loro vacanze, dei viaggi, della loro vita insieme. Anno dopo anno, come se non potesse durare per sempre […]”
Alessandro è uno studente universitario di una benestante famiglia borghese. Lucia è la ragazza di cui si innamora, che non appartiene al suo ambiente sociale e svolge il lavoro di guardia carceraria. Sara, madre dominante, ha investito tutto le sue aspirazioni di donna e di madre sull’amore per il suo unico figlio e non accetta che lui possa scegliere la sua strada liberamente, senza dovere anche da adulto fare affidamento su di lei.
Il corto circuito diventerà un percorso senza via di uscita per tutti.
La sensazione che mi ha lasciato la lettura di questa narrazione è legata a ciò che i personaggi, secondo me, provavano davanti agli eventi che inesorabilmente precipitavano verso la tragica conclusione: la percezione di un soffocamento emotivo, di “mancanza di aria” mentre Alessandro, Lucia, Sara e Fabrizio si dibattevano dentro ai loro rapporti logoranti e frustranti; quelle prigioni metaforiche che certi rapporti patologici costruiscono, purtroppo molte volte, nelle esistenze intrecciate di genitori e figli. Il registro linguistico è dato da un ritmo veloce e scorrevole, dove le sequenze dialogiche rappresentano il cuore della narrazione e rendono molto realistico il racconto.
Una storia dolce e dura allo stesso tempo, che si snoda davanti ai nostri occhi di lettori, mentre assistiamo al dispiegarsi degli eventi verso un approdo amaro venato di una sua logica, seppur tragica, rispetto alle vicende interiori che sin dall’inizio attanagliano i protagonisti.

News Reporter
Docente di Lettere a Forlì, ha pubblicato articoli e racconti su riviste online. Alcuni suoi testi, in prosa e in versi, sono stati segnalati in concorso letterari nazionali e pubblicati in antologie cartacee. Nel 2022 ha pubblicato il romanzo “La tentazione della scrittura. Memorie dall’Appennino”, Calamaro Edizioni, Finalista al Premio Nabokov 2023, Menzione Speciale del Premio Letterario Nazionale Ipazia 2024, diploma d’onore con menzione d’encomio nell’ottava edizione del Premio Internazionale “Michelangelo Buonarroti”. Da febbraio 2024 collabora con Il Giornale Letterario del Premio Nabokov. A settembre 2024 ha pubblicato la silloge poetica “Sulle soglie del nulla”, Tempo al Libro.

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