
Leggendo questo romanzo, subito dopo le prime pagine mi è sorta una dolce sensazione di colori e profumi legati alle abitudini di vita di una famiglia borghese ebrea di origine russa della prima metà del Novecento, i Rabinovitch: i cibi consumati in occasione delle feste religiose, gli affetti tra consanguinei che restavano molto stretti nonostante la distanza nazionale ed extraeuropea delle rispettive residenze, la permanenza delle “buone maniere” anche di fronte agli arresti subiti per ordine dei nazisti, le lettere scambiate con i racconti delle banali vicissitudini di ogni giorno. L’aria che ho respirato inizialmente tra le pagine del libro mi ha trasmesso i contorni di un “piccolo mondo antico” che purtroppo stava avviandosi, inconsapevolmente, verso un triste futuro.
Infatti il perno della storia è incentrato sulla persecuzione, la deportazione e l’eliminazione fisica nei lager di molti dei personaggi rappresentati magistralmente dall’autrice. Il lettore è posto di fronte alla violenza e al male nella loro assolutezza e irrazionalità, ma ogni personaggio, in primis Myriam, mantengono una forza interiore tale da affrontare a testa alta le varie situazioni di difficoltà e pericolo, fino al termine delle loro esistenze.
Per quest’opera l’autrice ha ricevuto riconoscimenti letterari, come il Premio Renaudot liceali 2021 e il Premio letterario degli studenti di Sciences Po 2022. Sul merito letterario di questo romanzo è già stato detto molto e non è necessario che io aggiunga altro.
Alla vigilia del Giorno della Memoria 2025 una lettura come quella de “La Cartolina” di Anne Berest è, a mio parere, in grado di prenderci per mano, per farci entrare nel buio soffocante della deportazione nazista con la leggerezza adolescenziale dei fratelli Myriam, Noemie e Jacques. Giovinezza piena di desideri e morte, è questo l’ossimoro inciso nelle menti di chi è sopravvissuto, deportato quando era molto giovane, straziante accostamento di spinta alla sopravvivenza e consapevolezza di stare sull’orlo della fine, che riemerge ogni volta in cui viene tracciato il racconto di quella terribile, inumana, bestiale esperienza.
Ben scritto. Invita alla lettura del romanzo.
Grazie!
Immergiamoci nel mondo profumato e colorato percepito da Donatella e creato da Anne.
Grazie, Paola!
Complimenti sinceri cara amica Donatella. Chiara scrittrice ed emozionante poetessa. Auguri per i prossimi tuoi intensi ed attesi lavori sulle ali della poesia autentica.
Grazie Loris, caro amico poeta!