OLTRE KANT
Gennaio 6, 2025Più ci penso, meno l’impianto generale della filosofia di Kant mi convince. Aldilà dell’infinità di argomenti, definizioni e analisi originali e profonde, Kant sbaglia nel considerare la matematica e la fisica del suo tempo come definitive. La matematica e la fisica non sono mai definitive. Irrigidisce la soggettività caricandola di tutto il peso conoscitivo. Arrivando così a una forma di scetticismo. Dopo di che nell’ampio spazio dell’ignoto, la cosa in sé, piazza dei postulati dedotti dalla ragione, cioè libertà, immortalità dell’anima ed esistenza di Dio. Se, invece muoviamo dalla fallibilità delle scienze, ma dalla loro parziale capacità di comprendere come stanno le cose, che sembra un’epistemologia molto più ragionevole, arriviamo a una situazione molto diversa. Da un lato la morale deve fare i conti non tanto con i principi della ragione, ma con quello che abbiamo capito della realtà. Dall’altro, l’ignoto, che non è la cosa in sé, ma l’orizzonte dell’ignoranza, che si amplia a ogni nuova conoscenza, è il luogo della fantasia, delle emozioni e delle speranze. Pensando a esso, immaginiamo mondi, diamo libero corso alle nostre passioni e desideriamo ciò che non sappiamo se ci sia o non ci sia.