Karl Buehler lo chiamava Aha Erlebnis, Wolfgang Koehler parlava di Einsicht, insight, intuizione. Oggi si chiama understanding. Ed è tornato al centro dell’attenzione dei filosofi. Non è conoscenza, perché ha una componente psicologica, ma non è neanche solo psicologia, perché ha una componente normativa. Cioè, quando qualcuno ha capito ha veramente capito. Comprendere è un particolare tipo di esperienza soggettiva che ha valore epistemico. È quello che Husserl chiamava il vissuto della verità e Brentano parlava di Evidenza. Stegmueller ci ha chiarito in un bellissimo libro, Skepsis, Wissenschaft und Metaphysik, purtroppo non tradotto, che questo vissuto non può far parte di una catena argomentativa, ma la conoscenza attinge sempre da esso. Recentemente Adriano Angelucci in un bellissimo paper ci ha spiegato bene questa strana situazione, riferendola al metodo dei casi in filosofia analitica. Che cosa c’entra tutto questo con ChatGPT? È abbastanza probabile che ChatGPT non comprenda, non abbia evidenza, non abbia insight. Non siamo sicuri, ma sappiamo che l’ insight è un fenomeno mentale legato strettamente a come siamo fatti noi. E ChatGPT è parecchio diversa da noi, sia dal punto di vista dell’organizzazione che della materia di cui è fatta. E allora perché dico che ChatGPT è con noi da migliaia di anni? La ragione è semplice. Avere un cervello molto grande, capace di elaborare algoritmi complessi, è stato evolutivamente vincente. Questo cervello ci permette di processare grandi quantità di informazioni in modo naturale e spontaneo. Tuttavia, la maggior parte delle volte questa elaborazione favorisce comportamenti verbali o non verbali adeguati, senza che noi abbiamo compreso. Sono come dei programmi di computer nel nostro cervello che lavorano automaticamente, senza alcun vissuto, senza alcuna intuizione. Queste vere e proprie subroutine le vediamo all’azione nei discorsi della maggior parte dei politici, nelle lezioni di tanti intellettuali di successo, nei paper di tanti studiosi molto acclamati. Ecco perché ChatGPT è con noi da sempre. È la dianoia senza il nous, la sintassi senza la semantica. A me non fa paura ChatGPT che è una tecnologia straordinaria, mi fa paura, invece, ChatGPT che è in noi. La dobbiamo esorcizzare. Essa ha anche un nome. Si chiama “sindrome dell’impostore”. Cioè far finta di aver capito, quando non si è capito un’acca. O meglio, il sentirsi un impostore deriva dal fatto che troppo spesso si è fatto finta. Capire è una delle parti più belle e significative della nostra vita. Proteggiamola e sviluppiamola.
METAPHYSIC SKEPSIS WISSENSCHAFT
Davide Orlandi
News Reporter
Davide Orlandi (Mede, 15/07/1992), sono un insegnante di Filosofia e storia, materie letterarie e linguistiche negli istituti medi e superiori.
Ho cinque lauree e attualmente sono dottorando in Filosofia presso l'Università di Granada.
Dal mese di Maggio 2017 collaboro con il portale di filosofia “Pensiero Filosofico”.
Sono volontario soccorritore e centralinista della Croce Azzurra Robbiese.
Donatore sangue, volontario e consigliere dell'Avis comunale di Robbio.
Volontario dell’associazione robbiese “I Live Panta Rei”, associazione che si batte per gli ultimi e per combattere ogni forma di discriminazione sociale.
Corrispondente per il settimanale d'informazione “Il Corriere Eusebiano”, con sede a Vercelli (VC).
Dal 2022 collaboro con il Giornale letterario.
Membro del comitato di redazione della Rivista di filosofia e scienze umane "Le voci di Sophia".
Ho vinto innumerevoli concorsi letterari nazionali e internazionali, sia a carattere poetico-aforistico che filosofico. Da giugno 2024 sono consigliere comunale di maggioranza della mia città (Robbio Lomellina) e presidente della medesima Biblioteca civica.
Con Aracne ho pubblicato i seguenti libri: Cartesio e Bourdin. Le settime obiezioni (2016); Linguaggio e forme di vita. Saggio su Ludwig Wittgenstein (2017); Diego Marconi e la sua competenza lessicale. Un'analisi critica (2019).
Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano, Youcanprint Editore, 2020; Come guarire dai social network attraverso due romanzi, Youcanprint Editore, 2021; Quel pazzo di Nietzsche. Come leggere la nostra vita e quelle altrui, AbelPaper, 2022; L'occasione del cambiamento, Youcanprint Editore, 2022; Frammenti di vita. Come un grido nella notte, Youcanprint Editore, 2023; Il Turismo al tempo del Covid-19, Youcanprint Editore, 2024.
Ho collaborato con varie personalità di spicco del panorama culturale italiano e straniero come Mogol, Alfredo Rapetti Mogol (Cheope), Vittorio Sgarbi, Francesco Gazzè, Alessandro Quasimodo, Cosimo Damiano Damato, Hafez Haidar, Francesco Baccini, Tomaso Kemeny, Dato Magradze, Nunu Geladze, Reddad Cherrati, Franco Arminio e molti altri.
Nel 2021 sono stato nominato “Uomo Illuminato” dagli Stati Generali delle Donne. Nel 2024 mi sono aggiudicato il Premio Nazionale di Filosofia, con il volume: Quel pazzo di Nietzsche. Come leggere la nostra vita e quelle altrui, AbelPaper, 2022.