Ho letto decine e decine di racconti di Camilleri negli ultimi due anni (ho scoperto le magnifiche storie del Maestro solo in tardissima età, mea culpa!) ma credo di non essermi mai divertito tanto come durante la lettura di questa raccolta del 2012.
Negli otto racconti che compongono “La regina di Pomerania e altre storie di Vigata”, l’autore si destreggia abilmente, come di consueto, tra il registro comico e quello tragico, ma mostra – almeno in questa raccolta – di prediligere il primo.
Alcune volte (la maggior parte) si ride di gusto per le vicende boccaccesche di finte madonne dal letto facile, truffatori incalliti, cornuti matricolati e mogli traditrici; in altre storie, invece, si ride amaro e l’equivoco o lo sberleffo riescono solo in parte a mitigare la crudezza di scene di ordinaria miseria, morale e materiale, o di violenza fisica o psicologica.
I racconti sono ambientati tutti nella prima metà del ‘900 (con qualche incursione negli ultimi anni dell’800), ma ho avuto quasi l’impressione che appartenessero a una differente era geologica per l’oggettiva distanza con le problematiche, gli stili di vita e le idiosincrasie dell’uomo contemporaneo.
“La regina di Pomerania” è un ottimo punto di partenza per chi desidera immergersi per la prima volta nel mondo narrativo di Camilleri, ed è una lettura obbligata per chi già lo conosce e lo ama.