“Manish era più bravo a sorridere che a ridere”
Sono così gli adolescenti, alcuni vulcanici e altri silenziosi, ci sono quelli che destano un sacco di pensieri e altri che invece vivono quieti. Ma in ognuno di loro c’è una linfa vitale, energetica pronta a fuoriuscire, a strabordare, travolgendo chiunque nel proprio cammino.
Giorgio Scianna ha questa capacità così bella e pazzesca di entrare nell’anima e nei pensieri dei giovani, tratteggia le loro evoluzioni con delicatezza, vede oltre. E ci apre gli occhi anche a noi adulti, responsabili di questi giovani. Ancora una volta ci ha saputo parlare, e bene, di adolescenti e famiglie.
In questo romanzo protagonista è Manish, un sedicenne taciturno che vive con il padre a Londra.
Una mattina di fine estate prende un aereo e vola a Roma, una città sconosciuta per lui. Durante una retata in parco Manish viene fermato. La madre che vive a Genova con la sua “nuova” famiglia viene avvisata.
Perché Manish è a Roma? Perché è stato fermato? Cosa nasconde questo ragazzo?
Pagina dopo pagina si entra nel cuore di questo rapporto madre e figlio, si toccano i sensi di colpa di Barbara che poco conosce il figlio e tanto si è persa della sua crescita. Ma riusciamo anche a capire meglio Manish, il suo segreto, i suoi pensieri e il suo diventare grande.
Un romanzo che mi ha lasciato un grande senso di tenerezza ma anche di preoccupazione per la società nella quale viviamo. Per il mondo che stiamo consegnando ai giovani.
Ma anche fiducia e speranza: negli sbagli c’è sempre una nuova opportunità!