Il mio primo assaggio della narrativa di B.A. Paris è stato abbastanza deludente. Mi sono cimentato nella lettura di questo romanzo in seguito a un equivoco: la persona che mi aveva magnificato le storie adrenaliniche di B.A. Paris intendeva suggerirmi “La coppia perfetta”, ma ha fatto confusione con due titoli piuttosto simili (grazie mamma per la “sola”!).
“La moglie imperfetta” non ha nulla di adrenalinico, ma si caratterizza per la trama piatta e monotona. La “moglie”, a cui si allude nel titolo, personaggio patetico e petulante oltre ogni dire, ha il terrore di ereditare precocemente la demenza senile di cui era stata vittima la madre e per un numero infinito di pagine ci propina (è lei la voce narrante) episodi a sostegno della sua tesi: smarrimento della borsetta, smarrimento dell’auto, dimenticanza di vari appuntamenti ecc.
C’è anche una blanda trama gialla – a due passi dalla casa dove abita la piagnucolosa protagonista viene freddata una donna – ma la storia non arriva mai a catturare il lettore e a inchiodarlo alla pagina. Lo sfinisce di noia e basta.
Qualche (piccolo) merito “La moglie imperfetta” ce l’ha anche, ma mi è davvero impossibile attribuirle un voto superiore alla sufficienza (per giunta stiracchiata).