SIBERIA

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Raramente recensisco film ma questa roba è più di un film, è un’esperienza di, mh, inabissamento. Il viaggio nell’inconscio di Clint sembra avere inizio da un abbraccio metaforico alla sua dimensione prenatale-incosciente (quindi dall’abbraccio al ventre di una donna incinta). Il mio primo riferimento specifico va allo psicoanalista e filosofo Hillman, il quale sostiene che il Super Io non può guarire l’Es, che la coscienza non può guarire l’inconscio, perché dotati di una natura tra loro troppo dissimile: ecco, questo concetto mi sembra ben delineato all’inizio del film, quando Clint vede se stesso riflesso nell’acqua – nella presente scena, il suo “io riflesso” rimprovera il suo ”io che si riflette”, utilizzando il linguaggio severo, critico e autoritario tipico di un padre introiettato (la coscienza morale del Super Io?) … e tuttavia, quel rimprovero non sembra affatto condizionare positivamente l’agitazione irriducibile del suo Es. Anzi: il rimprovero del Super Io sembra solo aumentarne l’agitazione. Pertanto l’idea che il simile curi il simile, di Hillman, non giungerebbe poi così invero(simile). Il film mi appare come un inconscio che vaga all’interno di se stesso, passando da un onirismo all’altro, senza avvalersi né del parametro spaziale (e lo si evidenzia dal cambio repentino di luoghi fisicamente distanti) né del parametro temporale (lui che è bambino e adulto, suo padre che si mostra morto e non morto contemporaneamente). I redentori interni del protagonista gli rivolgono parole che vanno da un estremo all’altro, dall’egoismo alla santità, come a sottolineare che forse il tormento proviene da un tendere-verso un ideale etico troppo, troppo elevato. Verso la fine, quando si ritrova davanti a quello che parrebbe essere il Clint bambino, sfila gli occhiali al bambino e li indossa: la scena mi indica che l’adulto inizia a vederci meglio quando recupera/riconosce la visione del suo Sé bambino. Come se si dicesse: “Ti ricordi come vedevi il mondo da bambino?” (…)

Ed è solamente recuperando l’ingenuità del bambino, che è anche la coscienza morale ancora in formazione, che il Clint adulto si permette finalmente di danzare senza sentirsi in colpa… pur nella consapevolezza di essere un peccatore.

Regia di Abel Ferrara, 2020

News Reporter
Davide Orlandi (Mede, 15/07/1992), sono un insegnante di Filosofia e storia, materie letterarie e linguistiche negli istituti medi e superiori. Ho cinque lauree e attualmente sono dottorando in Filosofia presso l'Università di Granada. Dal mese di Maggio 2017 collaboro con il portale di filosofia “Pensiero Filosofico”. Sono volontario soccorritore e centralinista della Croce Azzurra Robbiese. Donatore sangue, volontario e consigliere dell'Avis comunale di Robbio. Volontario dell’associazione robbiese “I Live Panta Rei”, associazione che si batte per gli ultimi e per combattere ogni forma di discriminazione sociale. Corrispondente per il settimanale d'informazione “Il Corriere Eusebiano”, con sede a Vercelli (VC). Dal 2022 collaboro con il Giornale letterario. Membro del comitato di redazione della Rivista di filosofia e scienze umane "Le voci di Sophia". Ho vinto innumerevoli concorsi letterari nazionali e internazionali, sia a carattere poetico-aforistico che filosofico. Da giugno 2024 sono consigliere comunale di maggioranza della mia città (Robbio Lomellina) e presidente della medesima Biblioteca civica. Con Aracne ho pubblicato i seguenti libri: Cartesio e Bourdin. Le settime obiezioni (2016); Linguaggio e forme di vita. Saggio su Ludwig Wittgenstein (2017); Diego Marconi e la sua competenza lessicale. Un'analisi critica (2019). Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano, Youcanprint Editore, 2020; Come guarire dai social network attraverso due romanzi, Youcanprint Editore, 2021; Quel pazzo di Nietzsche. Come leggere la nostra vita e quelle altrui, AbelPaper, 2022; L'occasione del cambiamento, Youcanprint Editore, 2022; Frammenti di vita. Come un grido nella notte, Youcanprint Editore, 2023; Il Turismo al tempo del Covid-19, Youcanprint Editore, 2024. Ho collaborato con varie personalità di spicco del panorama culturale italiano e straniero come Mogol, Alfredo Rapetti Mogol (Cheope), Vittorio Sgarbi, Francesco Gazzè, Alessandro Quasimodo, Cosimo Damiano Damato, Hafez Haidar, Francesco Baccini, Tomaso Kemeny, Dato Magradze, Nunu Geladze, Reddad Cherrati, Franco Arminio e molti altri. Nel 2021 sono stato nominato “Uomo Illuminato” dagli Stati Generali delle Donne. Nel 2024 mi sono aggiudicato il Premio Nazionale di Filosofia, con il volume: Quel pazzo di Nietzsche. Come leggere la nostra vita e quelle altrui, AbelPaper, 2022.
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