Leggendo le Confutazioni sofistiche di Aristotele nella bella traduzione di Fait, ci si accorge che lo Stagirita non aveva pienamente elaborato il moderno concetto di fallacia, inteso come argomento che sembra valido ma non lo è o premessa che sembra vera ma non lo è. Saranno i commentatori e i medioevali a distinguere in un sofisma una causa dell’apparenza e una causa del difetto. La prima è la ragione per cui un ragionamento inganna, la seconda in che cosa è sbagliato in quel ragionamento. Se, ad esempio, dico “Socrate è antipatico, quindi tutti gli ateniesi sono antipatici”, un conto è l’errore, cioè la generalizzazione indebita, un conto è la causa psicologica dell’errore, cioè che considero Socrate come rappresentativo di tutti gli ateniesi. La domanda è allora, come mai Aristotele non se ne è accorto? La risposta potrebbe essere. Le Confutazioni sofistiche spiegano come difendersi in un dialogo. Il rispondente R sostiene una tesi A e l’interrogante I deve dimostrare non A. Aristotele ci vuole spiegare quali siano i trucchi che I può usare per arrivare a non A. Dunque non gli interessa tanto la relazione psicologica fra noi che ascoltiamo e potremmo essere ingannati da I, quanto come I può barare con R per ottenere il risultato. Come è stato dimostrato dalla storica della logica Catarina Duthil Novaes, la logica nasce dal dialogo e non da una relazione solitaria fra gli enunciati e il logico. Solo se intendiamo la logica in questo secondo senso, più moderno, allora la nostra nozione di fallacia diventa importante.
LE CONFUTAZIONI SOFISTICHE
Davide Orlandi
News Reporter
Davide Orlandi (Mede, 15/07/1992), sono un insegnante di Filosofia e storia, materie letterarie e linguistiche negli istituti medi e superiori.
Ho cinque lauree e attualmente sono dottorando in Filosofia presso l'Università di Granada.
Dal mese di Maggio 2017 collaboro con il portale di filosofia “Pensiero Filosofico”.
Sono volontario soccorritore e centralinista della Croce Azzurra Robbiese.
Donatore sangue, volontario e consigliere dell'Avis comunale di Robbio.
Volontario dell’associazione robbiese “I Live Panta Rei”, associazione che si batte per gli ultimi e per combattere ogni forma di discriminazione sociale.
Corrispondente per il settimanale d'informazione “Il Corriere Eusebiano”, con sede a Vercelli (VC).
Dal 2022 collaboro con il Giornale letterario.
Membro del comitato di redazione della Rivista di filosofia e scienze umane "Le voci di Sophia".
Ho vinto innumerevoli concorsi letterari nazionali e internazionali, sia a carattere poetico-aforistico che filosofico. Da giugno 2024 sono consigliere comunale di maggioranza della mia città (Robbio Lomellina) e presidente della medesima Biblioteca civica.
Con Aracne ho pubblicato i seguenti libri: Cartesio e Bourdin. Le settime obiezioni (2016); Linguaggio e forme di vita. Saggio su Ludwig Wittgenstein (2017); Diego Marconi e la sua competenza lessicale. Un'analisi critica (2019).
Interpretazioni di interpretazioni. Indagine sul prospettivismo nietzschiano, Youcanprint Editore, 2020; Come guarire dai social network attraverso due romanzi, Youcanprint Editore, 2021; Quel pazzo di Nietzsche. Come leggere la nostra vita e quelle altrui, AbelPaper, 2022; L'occasione del cambiamento, Youcanprint Editore, 2022; Frammenti di vita. Come un grido nella notte, Youcanprint Editore, 2023; Il Turismo al tempo del Covid-19, Youcanprint Editore, 2024.
Ho collaborato con varie personalità di spicco del panorama culturale italiano e straniero come Mogol, Alfredo Rapetti Mogol (Cheope), Vittorio Sgarbi, Francesco Gazzè, Alessandro Quasimodo, Cosimo Damiano Damato, Hafez Haidar, Francesco Baccini, Tomaso Kemeny, Dato Magradze, Nunu Geladze, Reddad Cherrati, Franco Arminio e molti altri.
Nel 2021 sono stato nominato “Uomo Illuminato” dagli Stati Generali delle Donne. Nel 2024 mi sono aggiudicato il Premio Nazionale di Filosofia, con il volume: Quel pazzo di Nietzsche. Come leggere la nostra vita e quelle altrui, AbelPaper, 2022.