ISMAIL KADARE
Luglio 22, 2024Ismail Kadare è stato uno dei più grandi scrittori, poeti e saggisti albanesi. Ha iniziato scrivendo poesie, ma è stato il romanzo “Il generale dell’armata morta” che ne fece la figura letteraria dominante e lo fece conoscere a livello internazionale. La situazione politica, in cui Kadare visse e pubblicò le sue opere, non è paragonabile a quella di altri paesi comunisti europei, dove un qualche dissenso pubblico era tollerato. La situazione dell’Albania di allora era paragonabile a quella della Corea del Nord. Nonostante tutto, Kadare ha usato ogni occasione per attaccare il regime attraverso le sue opere. Più romanzi di Kadare come “Concerto alla fine dell’inverno”, “Il Mostro” e “Il palazzo dei Sogni” sono stati banditi dallo Stato. Kadare nacque ad Argirokastro (Gjirokaster), città che consiglio assolutamente di visitare per quanto è particolare. Ha trascorso la sua vita tra Tirana e Parigi. Kadare è considerato uno dei più grandi scrittori e intellettuali europei del XX secolo e, inoltre, come voce universale contro il totalitarismo. “La letteratura autentica e le dittature sono incompatibili…lo scrittore è nemico naturale delle dittature.“ Il suo libro più famoso che fu poi bandito in Albania è “L’inverno della grande solitudine” in cui narra il rompersi dei rapporti tra Russia e Albania. Un pezzo di storia, una voce e una penna importante dell’Albania venuta a mancare il primo di Luglio. Non ci sono parole che reggano la sua grandezza. Più volte candidato al premio Nobel, era membro d’onore all’accademia francese.
ANSA: Più volte candidato al Premio Nobel per la Letteratura, membro dell’Accademia di Francia, il grande scrittore albanese Ismail Kadare, morto l’1 luglio a 88 anni nella sua abitazione a Tirana, ha dato voce all’anima antica della sua terra e ha saputo raccontare la dittatura e i momenti bui del suo Paese vissuti sulla sua pelle e tutte le distorsioni tra arte e potere.
Dei rapporti tra dittatori e intellettuali e di come si creino miti e leggende parla quando un dittatore chiama, il suo ultimo libro che uscirà in Italia a ottobre 2024, nella traduzione di Cettina Caliò, in cui combinando momenti onirici e indagini su fonti attendibili racconta i tre minuti di una telefonata nel giugno del 1934 tra Stalin e Pasternak per discutere dell’arresto del poeta sovietico Osip Mandelstam e quello che questo momento misterioso e poco conosciuto della storia moderna ha causato. Kadare, che era nato il 28 gennaio 1936 ad Argirocastro, la stessa città natale, vicina al confine con la Grecia, del dittatore comunista Enver Hoxha, nel 1990 aveva chiesto asilo politico in Francia. Una sofferta decisione che ha raccontato in da un dicembre all’altro. Durante il regime comunista è stato membro dell’Assemblea del Popolo dal 1970 al 1982 e vicepresidente del Fronte Democratico dell’Albania. Molti i suoi libri censurati in patria tra cui L’inverno della grande solitudine in cui fa un ritratto di Enver Hoxha e di cui nel 2012 aveva chiesto la restituzione del manoscritto alla vedova dell’ex dittatore, Nexhmije Hoxha. Il libro pubblicato nel 1972 con il titolo rivisto Il grande inverno è una metafora sull’Albania che dopo la rottura negli anni ’60 con l’allora Unione Sovietica, si stava isolando dal resto del mondo. Tra i volumi banditi anche Concerto alla fine dell’inverno, Il mostro e Il Palazzo dei sogni. “Per le mie posizioni da molti sono considerato un nemico del comunismo, da altri un nemico dell’Occidente”, aveva detto nel 2008 ritirando il Premio Nonino. Poeta prima che narratore e sceneggiatore, Kadare aveva esordito nel 1963 con il romanzo Il generale dell’armata morta, uscito in Italia quasi vent’anni dopo, nel 1982 per Longanesi, e diventato un film con Marcello Mastroianni, Michel Piccoli e Sergio Castellitto. Il libro che raccontava di un generale e di un prete italiani che vogliono riportare in patria le salme dei connazionali morti in Albania durante la seconda guerra mondiale. Per Longanesi era uscito nel 1970 anche I tamburi della pioggia, ma ora è La Nave di Teso che sta rieditando la sua opera. “Un grande dispiacere la scomparsa di Ismail Kadare perché è uno scrittore che come pochi ha saputo raccontare le distorsioni e gli abusi del potere, che ha anche vissuto sulla sua persona” ha detto all’ANSA Elisabetta Sgarbi, publisher de La nave di Teseo. Laureato in Storia e filologia, lo scrittore albanese aveva studiato anche letteratura all’Istituto Gorkij di Mosca. Era tornato in Albania nel 1960 dove era rimasto fino al 1990. Grande appassionato di Dante, aveva dedicato all’Alighieri Dante l’Inevitabile (Fandango) uscito in Italia nel 2008 in cui mostra come il Sommo Poeta sia stato ‘inevitabilmente’ presente in ogni momento, anche i più bui, della storia dell’Albania, offrendo con la sua arte una fonte di inesauribile bellezza e rifugio agli orrori della storia. Tanti i premi ricevuti tra cui il Grinzane Cavour nel 1998, il Prix Méditerranée per stranieri, il Principe delle Asturie nel 2009 e la prima edizione dell’internazionale di letteratura Man Booker nel 2005. In quell’occasione lo scrittore aveva auspicato che il premio servisse a far comprendere come i Balcani non fossero solo guerra e pulizia etnica. Nel 1999 aveva criticato con durezza gli europei, “politici, studiosi, giornalisti che esitano a prendere posizione contro i crimini perpetrati dai serbi contro gli albanesi del Kosovo”. E nel 2023 aveva sottolineato che “tutto il bene che arriva oggi all’Albania nasce dal riavvicinamento con l’Europa”. Nello stesso anno era stato nominato dal presidente francese Emmanuel Macron Grand’Ufficiale della Legione d’Onore, uno dei massimi riconoscimenti concessi dalla Francia. Tra le sue opere finora pubblicate dalla Nave di Teseo, La bambola nel 2017 e Il palazzo dei sogni nel 2023”.