HERMANN HESSE, “Il mio credo”

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Di recente ho ripreso in mano un libro di riflessioni molto profonde, Il mio credo di Hermann Hesse (1877 – 1962), scrittore tedesco naturalizzato svizzero, premio Nobel per la Letteratura nel 1946.
Pacifista e antinazionalista, nel suo pensiero sono presenti elementi tratti dalle filosofie e religioni orientali, oltre che dalla psicanalisi. In tutte le sue opere (ad esempio Siddhartha, Il lupo della steppa, Narciso e Boccadoro) si percepisce un amore incondizionato per la natura umana, debole e attratta dal male, ma proprio per questo di una bellezza sconvolgente, originata dalle sue fragilità che chiedono compassione e aiuto.
“La fede che intendo io non si può facilmente tradurre in parole. Si potrebbe all’incirca definirla così: credo che nonostante la palese assurdità, la vita abbia nondimeno senso; io mi rassegno a non poter comprendere questo senso supremo con l’intelletto, ma sono pronto a servirlo, dovessi anche per questo sacrificare me stesso. Percepisco dentro di me la voce di questo senso nei momenti in cui sono realmente vivo e perfettamente sveglio. Ciò che la vita da me richiede in quei momenti voglio cercare di realizzarlo, anche se è cosa che va contro le mode e le leggi consuete. Questa fede non si può impartire per comando, né alcuno vi può costringere se stesso: è dato solo viverla.”[…]
“L’occhio della volontà è torbido e deformante. Solo quando è assente il desiderio, solo quando la nostra mira diviene osservazione pura si schiude l’anima della realtà, la bellezza.” […]
“Vada il mondo come vuole, tu troverai sempre soltanto in te stesso un medico e un soccorritore, un futuro e un nuovo impulso nella tua povera, maltrattata, duttile, indistruttibile anima. In essa non v’è alcun sapere, alcun giudizio, alcun programma: solo tensione, solo futuro, solo sentimento.” […]
“Dunque la vita, per me, consiste esclusivamente nel fluttuare tra due poli, in un andirivieni tra i due pilastri della realtà. Vorrei costantemente rivolgere la mia estatica attenzione alla lieta varietà del mondo, e con pari costanza ricordare che alla base di quella varietà c’è una unità; costantemente tendo a dimostrare che bello e brutto, chiaro e scuro, colpa e santità, sono sempre in antitesi solo per un istante, e che sempre procedono risolti l’uno nell’altro.”
Per Hesse l’anima è il motore del tutto, il soffio divino che avvicina alla Verità.
News Reporter
Docente di Lettere a Forlì, ha pubblicato articoli e racconti su riviste online. Alcuni suoi testi, in prosa e in versi, sono stati segnalati in concorso letterari nazionali e pubblicati in antologie cartacee. Nel 2022 ha pubblicato il romanzo “La tentazione della scrittura. Memorie dall’Appennino”, Calamaro Edizioni, Finalista al Premio Nabokov 2023, Menzione Speciale del Premio Letterario Nazionale Ipazia 2024, diploma d’onore con menzione d’encomio nell’ottava edizione del Premio Internazionale “Michelangelo Buonarroti”. Da febbraio 2024 collabora con Il Giornale Letterario del Premio Nabokov. A settembre 2024 ha pubblicato la silloge poetica “Sulle soglie del nulla”, Tempo al Libro.
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