Se penso ai problemi nelle relazioni le prime cose che mi vengono in mente e che sono sempre più all’ordine del giorno sono gli abusi, la mancanza di consenso, eventualmente lo slut-shaming e le ipocrisie e i double standards in ambito sessuale.
Facciamo un salto indietro nel tempo: 1891, Inghilterra. Esce un nuovo romanzo in cui la giovane protagonista, spinta tra le braccia di un uomo in nome di un presunto legame parentale, viene violentata proprio da questo ‘buon partito’ che si vede rifiutato da lei. Mantiene il segreto, e i segreti si sommano e si ingarbugliano dentro di lei, che in ogni modo e con tutta la dignità di cui è capace cerca di rifarsi una vita; quando si sente finalmente al sicuro, scopre che la pena per aver confessato un crimine orrendo – che non ha commesso né cercato – è l’allontanamento. Intanto il suo carnefice è libero e impunito, e qualsiasi uomo che abbia avuto un rapporto prima del matrimonio si sente comunque più pulito e più degno di lei, che invece essendo donna subisce un giudizio e deve rispondere a uno standard ben diverso. Insomma, nel 1891 deve per forza uscire censurata, una storia del genere.
Viene ripubblicato l’anno successivo e tutt’ora Tess dei d’Urberville è considerato un pilastro della letteratura inglese tardo ottocentesca. Thomas Hardy ha la capacità straordinaria di inserire descrizioni di paesaggi incredibili e che ti fanno salire su una nostalgia per quel tempo e quel luogo mai vissuto che poche altre volte ti capiterà di incontrare; il gusto e la morale vittoriani sono presenti, per esempio nella dignità e nella resilienza proprie di Tess, e anche scardinati, data la storia scabrosa che viene raccontata; sono presenti alcune pagine che secondo me sono puro stile gotico, un salto a inizio secolo.
Io non credo nei libri “necessari”, quelli che “vanno-letti-per-forza”, ma credo nella necessità di alcune riflessioni che spesso i libri portano e scaturiscono. Quante Tess ci sono state prima di lei? Quante ce ne sono e ce ne saranno dopo?