L’inettitudine è uno degli stati d’animo più tipici della specie umana.
Ci si sente inetti da bambini, perché non si riescono a fare le cose che fanno gli adulti.
Ci si sente inetti da adulti, perché non riusciamo a raggiungere i nostri modelli.
Avere dei modelli è probabilmente insito nella nostra natura, che basa sul riconoscimento, sulla reciprocità, sulla reputazione e sulla vergogna la coesione del gruppo. A volte i modelli ce li propone il nostro clan, a volte le comunità allargate dai media, a volte ce li costruiamo noi. Comunque ci sono.
Anche l’adulto che ostenta sicurezza deve fare i conti con i modelli che vorrebbe raggiungere, nel suo intimo.
Ci si sente inetti da anziani, per il semplice fatto che ci si allontana sempre di più dai nostri modelli, si perdono cioè poco a poco anche quelle abilità che avevamo raggiunto.
Probabilmente anche altri animali sociali complessi, come i primati, sentono la propria inettitudine, ma nella nostra specie e nella nostra organizzazione sociale questa sensazione è particolarmente acuta.
Siamo fratelli e sorelle nella nostra inettitudine.
Non mi sento mai così tanto persona, se non quando sto facendo un guaio e qualcuno, senza dire nulla, mi aiuta, oppure quando posso risolvere silenziosamente, per non farlo vergognare, il problema di qualcuno.