SCRIABIN: Il “Nietzsche” del pianoforte

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Alexander Scriabin (1872-1915) è stato uno dei principali pianisti e compositori russi del XX Secolo, insieme a Tchaikovsky, Prokofiev e Rachmaninov.

Quest’ultimo è colui che lo influenza maggiormente, dal punto di vista dello stile, degli espedienti tecnici e degli accorgimenti interpretativi, che ne fanno uno dei massimi esponenti del “Postromanticismo”.
Il “primo” Scriabin dà segno della presenza di tali aspetti, nelle seguenti opere: i 12 “Studi Op. 8”, le prime 5 “Sonate” e la “Fantasia Op. 28”.
Risuonano altresì gli echi che richiamano all’eredità di Chopin (1810-1849): il compositore romantico per antonomasia resta, senza dubbio, il punto di vista imprescindibile ai fini della produzione pianistica di Scriabin.

Per quanto riguarda gli Studi, alcuni si caratterizzano per la dolcezza e l’intimità delle atmosfere create (n. 1, 4, 5, 6); altri esprimono un tormento estremo (n. 2, 3, 7, 9), fino a culminare nel n. 12, denominato “patetico”, in ragione della sofferenza espressa dall’autore.

La “Fantasia” è un altro brano innegabilmente ascrivibile al Postromanticismo dell’autore, sebbene l’aneddotica fornisca informazioni secondo cui, dopo averla concepita, il pianista avrebbe voluto distruggerla.
Ciò è stato detto anche in merito a Chopin, per quanto concerne la creazione del capolavoro “Fantasia-Improvviso”.
È infine l’atteggiamento dello stesso Michelangelo che, dopo aver scolpito il “Mosè”, esclama: perché non parli?
In questi tre casi, compaiono artisti che, nonostante il loro genio, provano -talvolta- un senso di autocritica tale, da sconfinare nel misconoscimento delle proprie opere.

Le prime 5 Sonate sono, a loro volta, postromantiche. Particolarmente rilevante è la 2ª, per via dei caratteri “patetici” che condivide con il sopracitato Studio, propriamente detto.
La 5ª Sonata si configura come lo “spartiacque” tra Postromanticismo e atonalità. Il linguaggio scriabiniano evolve, diventando sempre più sibillino e criptico: l’assenza di tonalità riguarderà la “2ª parte” dei suoi lavori.
Tale Sonata si contraddistingue per via delle innumerevoli sperimentazioni, in termini di sonorità “graffiate”, atmosfere “rarefatte” e note dissonanti.
Le partiture presentano diciture come “con voglia” e “imperioso” investendo, così, una dimensione affettiva, viscerale; persino, carnale.

A tal punto, si coglie il nesso con il filosofo Nietzsche (1844-1900).
Tra i più grandi della storia, Nietzsche propugna l’esistenza del “Superuomo”, che è stata più volte (nonché storicamente) strumentalizzata in chiave razzista o megalomaniaca.
Tuttavia, occorre precisare la corretta interpretazione: per Nietzsche, il Superuomo è colui che “signoreggia” (si badi al prefisso “Super”) sugli altri uomini, in quanto “dice di sì alla vita”. Ciò significa accettare (in tal senso, “affermare”) la nostra esistenza, in ogni sfaccettatura: dagli aspetti più tragici, a quelli più leggeri o gloriosi.
Altro aspetto che consente di accostare Scriabin a Nietzsche, è la visione di una “filosofia della vita” che, per il primo, trova il culmine nella concezione dell'”arte totale”. Scriabin avverte un senso totalizzante dell’arte, che deve coinvolgere l’uomo, in ogni sua sfaccettatura.
Ma, poiché “coinvolgere l’uomo” equivale a prendere in considerazione la sua esistenza, ciò si può rispecchiare nella dizione nietzschiana di “filosofia della vita”.

In ultima analisi, com’è accaduto con altri compositori (Liszt e la cultura europea, Rachmaninov e la psicanalisi, Beethoven e la filosofia tedesca, Debussy e la pittura francese), anche Scriabin è suscettibile di “più collocazioni”, all’interno di un retaggio culturale che non può -né deve- prescindere dall’arte vissuta “a 360 gradi”.

In tal senso, Scriabin è stato l’unico ad aderire al concetto di “arte totale”, che ben si sposa con la filosofia di uno dei più rilevanti pensatori di sempre.

Stefano Chiesa

Fonte Foto: “Britannica”

News Reporter
Milano, 1990. Laureato magistrale e triennale in Filosofia ("Vita-Salute San Raffaele", 110/110, 2014) con un "Erasmus" di un anno presso l'Université "Paris 1/Panthéon-Sorbonne". Ho lavorato come articolista, content creator e intervistatore per "MilanoSud" (2021), "Melegnano Web TV" (2020/21) e "Aracne TV" (2020). Sono stato finalista premiato al premio "Nabokov" (dicembre 2021). Per ogni altra informazione (libri, critica musicale, conferenze tenute, riconoscimenti letterari), ecco il mio sito: "www.stefanochiesascrittore.it" Grazie :D
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