Credo che vengano pubblicati diverse centinaia di migliaia di libri all’anno, di cui immagino almeno 10.000 di filosofia e diverse decine nel settore della filosofia della fisica, che è uno dei miei principali ambiti di ricerca.
Se riesco a leggerne 2 o 3 di filosofia della fisica è già molto, considerando che sono letture estremamente impegnative. Ne leggo qualcuno anche negli altri settori filosofici, ma sempre poca roba. Qualche saggio storico o scientifico. Insomma dubito che la somma dei libri che leggo bene in un anno superi le due o tre decine.
E io studio sempre. Ogni momento libero da altri impegni lavorativi o sociali leggo.
Tuttavia vista la mia lunga esperienza di studioso riesco rapidamente a farmi un’idea di qualsiasi libro di filosofia e stabilire con una buona probabilità di azzeccarci se è un libro importante. Ovviamente nella mia valutazione ogni tanto sbaglio, ma non tanto spesso. E qualsiasi mio collega filosofo che prende seriamente il suo lavoro lo sa fare. E molti lo fanno meglio di me. E lo stesso vale nelle altre discipline per i nostri colleghi che le praticano.
È chiaro che ci sono diversi livelli di attenzione che si possono dedicare a un libro. E più tempo si impiega più si riesce a formulare un giudizio oggettivo. Questo però non vuol dire che la sensazione di pancia esperta sia priva di valore. Anzi, come mostra Gladwell in questo splendido libro, è un’ottima bussola.
Se X che è uno studioso riconosciuto dell’argomento Y mi dice che il libro Z non è molto importante non posso che tenere conto seriamente del suo parere, soprattutto se non sono un esperto di Y.
In un mondo invaso dalle pubblicazioni, le poche persone che dedicano tutto il loro tempo a orientarsi in questo mare magnum sono degli ottimi punti di riferimento, anche se poi, ovviamente, sbagliano, ma un po’ meno spesso dei profani.