Libro stupendo, curato da Mauro Dorato.
Molto è stato detto sul dibattito Bohr-Einstein, sul quale abbiamo scarsa documentazione. Troppo poco su quello ben più ricco fra Born e Einstein, curato dallo stesso Born in un memorabile libro del 1965.
Da queste pagine emerge la profonda umanità e modestia dei protagonisti, perseguitati dai nazisti ma già contro il nazionalismo israeliano nel 1948.
Non solo, anche impauriti dalle forze scatenate dalla fisica nucleare. Pacifisti e socialisti, contro Stalin ma anche contro il maccartismo.
E poi c’è la parte sui fondamenti della meccanica quantistica, dove si istaura un dialogo fra sordi, che solo Pauli chiarirà in due bellissime lettere aggiunte da Born. Tra gli storici saranno Arthur Fine e Don Howard a spiegare che il vero problema di Einstein non era il determinismo ma la non separabilità, che porterebbe a un relativismo scettico inaccettabile per Einstein. O meglio, Einstein aveva intuito che l’indeterminismo implica la non-separabilità, come verrà poi dimostrato da Suppes e Zanotti. E la non separabilità fa sì che non si possa fare fisica oggettiva in senso classico.
Non solo, da queste lettere si capisce anche che Einstein non ha mai sostenuto l’interpretazione epistemica della psi, come proposto da PBR, bensì un’interpretazione statistica. Non tante diverse funzioni d’onda per lo stesso sistema fisico, ma una sola funzione d’onda per tanti diversi sistemi fisici.
Ottima lettura.