Il romanzo “L’inverno della grande solitudine” è stato scritto nel 1971, per essere poi pubblicato un anno dopo. Doveva essere il secondo, della trilogia “Il tempo degli scontri”, una saga contemporanea riguardante i tre conflitti dell’Albania comunista contro i suoi ex alleati: la Iugoslavia comunista, poi contro quella sovietica e alla fine contro i maoisti cinesi. Il primo libro, lo scontro con gli iugoslavi, non è stato mai scritto, il terzo “il concerto di chiusura della stagione”, proibita per lungo tempo la sua pubblicazione, è stato pubblicato poco tempo prima della caduta del regime comunista. “L’inverno della grande solitudine” fu accolto male dalla critica ufficiale, e non gli fu dato il permesso di essere ripubblicato, se non dopo la riscrittura da parte dell’autore, nel 1978 con il titolo “Il grande inverno”. La versione attuale, ossia quella che ho io, è la versione originale, non censurata dal regime. Kadare è un poeta, saggista, scrittore albanese.
Durante il regime comunista, le condizioni in cui Kadare visse e pubblicò le sue opere non erano paragonabili a quelle di altri paesi comunisti europei.
Nel 1992 vince il Premio mondiale Cino Del Duca.
Nel 1993 vince il Premio Mediterraneo per stranieri con La Pyramide.
Dal 1996 è membro associato a vita dell’Académie des sciences morales et politiques, dove ha preso il posto che era stato di Karl Popper.
Nel 1998 vinse il Premio Herder.
Nel 2005 gli fu riconosciuta la prima edizione del Man Booker International Prize, mentre nel 2009 vince il premio Principe delle Asturie per la letteratura. Nello stesso anno gli è stata conferita la Laurea Honoris Causa in Scienze della Comunicazione Sociale e Istituzionale dall’Università di Palermo, voluta fortemente dagli albanesi di Sicilia. È stato più volte candidato al premio Nobel ed è membro d’onore all’Accademia Francese.
Questo è il suo libro per eccellenza, ma ha scritto tantissimi altri capolavori e ovviamente io sto cercando di leggerli.