“Non è che il caffè mi renda insonne, è che mi fa sognare” (anonimo)
Il caffè in una duplice accezione
Il caffè è senza ombra di dubbio una tra le bevande più consumate al mondo: ce n’è per ogni gusto e palato se solo si pensa alla molteplice varietà degli odori, dei sapori, degli aromi e dei modi di preparazione che lo caratterizzano. O forse, più che una bevanda, il caffè rappresenta un’abitudine, una necessità talvolta, una coccola che regaliamo a noi stessi, un rito nelle nostre giornate, un’occasione per vedersi, chiacchierare, far nascere amicizie e, perché no, relazioni amorose. Trattasi quindi di un rituale condiviso nella nostra cultura, che si basa su un gesto semplice, un momento di condivisione, riunione, vicinanza, rafforzamento dei legami.
Il termine caffè presenta una duplice accezione: sta difatti, inoltre, per Caffè Letterario, inteso come locale e luogo privilegiato della cultura, della letteratura, che, nelle diverse epoche storiche, ha ospitato intellettuali, artisti, scrittori, pittori, scultori, filosofi, politici che vi si riunivano per discutere, confrontarsi e scambiarsi idee sul progresso, l’economia, la politica e la società. Esso rappresenta dunque lo spazio dove, mentre si assapora una bevanda, si può leggere, assistere ad una presentazione di un libro, conversare con altri appassionati del genere, incontrare autori e personaggi noti. La storia del caffè letterario affonda le sue radici nel ‘700, epoca dell’Illuminismo che diffonde un’idea di cultura vista come espressione di persone che si distinguono per il loro intelletto e non per ceto sociale o per nascita. L’epoca d’oro dei caffè letterari è da ricercarsi nella Parigi di tre secoli fa, dove fu aperto il primo e più famoso caffè, il Café Procope, che segnò il trionfo dell’emergente borghesia e della classe media, spalancando le porte ad un universo intellettuale dinamico, sempre in movimento, incline al favorire lo sviluppo e la diffusione delle idee, a svantaggio dei salotti aristocratici ed elitari caratterizzanti le epoche precedenti. Successivamente, altre importanti città europee imitarono il modello parigino: assistiamo quindi all’apertura degli altrettanto famosi caffè letterari di Vienna, Barcellona, Londra (The Coffee House), Edimburgo (Elephant House), Firenze, Venezia (Caffè Florian), Roma, Trieste e Napoli, dove si registrava la regolare presenza di personalità dell’epoca di enorme spessore, quali Stendhal, Foscolo, Lord Byron, Balzac, Charles Dickens, Wagner, Marinetti, Carrà, Boccioni. Conosciutissimo anche l’Elephant House ad Edimburgo dove J.K.Rowling iniziò a scrivere la storia di Harry Potter su dei tovaglioli di carta. In Italia tali luoghi vennero inizialmente chiamati botteghe del caffè, spazi di confronto e partecipazione attiva che accoglievano persone di ceti diversi e che andarono a sostituire la taverna. Si assiste così al tramonto della civiltà del vino e dell’ebbrezza, a favore di una cultura dell’intelletto, del pensiero, della riflessione, della chiarezza, delle idee. La più famosa rivista italiana del ‘700, chiamata appunto Il Caffè, è un periodico culturale illuminista di Pietro Verri, pubblicato a Milano dal 1764 al 1766: in essa venivano riproposti gli scambi di opinione e le discussioni intellettuali che di regola avvenivano nei caffè letterari del luogo.
Il caffè nella letteratura
Il caffè ha sempre ricoperto un posto rilevante nell’immaginario di letterati e amanti della cultura, contribuendo ad accrescerne la fama e consacrandolo in una enorme varietà di opere letterarie. Il “caffè” appare già nelle celebri commedie goldoniane, come La bottega del caffè, sia in qualità di bevanda che di luogo in senso fisico. Opere, quelle di Goldoni, che mostrano uno spaccato della società del tempo, dove il caffè rappresenta la divisione sociale all’interno della società veneziana, tra un’aristocrazia che prediligeva il consumo di cioccolata, la classe di borghesi ed imprenditori che consumava invece la nuova bevanda e il popolo legato al consumo del vino.
Anche Pirandello celebra il caffè in una poesia, L’ultimo caffè, tratta da Poesie sparse, 1890-1933, ed ambientando inoltre la sua opera, L’uomo dal fiore in bocca, all’interno di un bar.
Parecchi scrittori hanno sottolineato l’importanza del caffè come elemento di civiltà e cultura all’interno di famose citazioni ed aforismi. Alcuni esempi illustri provengono da Voltaire “Bien sûr, le café est un poison bien lent, je l’ai bu pendant quarante ans” (Certamente il caffè è un veleno molto lento; lo consumo da quarant’anni), da T.S.Eliot “I have measured out my life with coffee spoons” (Misuro la mia vita a cucchiaini di caffè), da Immanuel Kant “Es gibt nichts Schlimmeres als auf Kaffee zu warten, wenn er noch nicht da ist” (Non c’è niente di più brutto che aspettare un caffè quando non è ancora pronto), da Rubén Darío “Una buena taza de su negro licor, bien preparado, contiene tantos problemas y tantos poemas como una botella de tinta” (Una buona tazza del suo nero liquore, ben preparata, contiene tanti problemi e tante poesie quanto una bottiglia di inchiostro).
Il caffè nel romanzo contemporaneo
Il caffè non solo ha fatto da sfondo ad opere teatrali, poetiche e di narrativa di ogni tempo e luogo, ma è tuttora un tema molto presente ed attuale specialmente per quanto riguarda il genere letterario del romanzo. Un grande successo a livello mondiale ha avuto il romanzo Finché il caffè è caldo dello scrittore giapponese Toshikazu Kawaguchi, cui hanno fatto seguito le continuazioni Basta un caffè per essere felici e Il primo caffè della giornata. Si narra una storia senza tempo, di amore, opportunità mancate e speranza nel futuro, dove le vite emozionanti di quattro clienti di un singolare bar di Tokyo si intrecciano e si dipanano, grazie alla possibilità di viaggiare nel passato, rivivendo momenti in cui si è fatta una scelta sbagliata, si è lasciata andare la persona che non bisognava perdere, si sono dette parole che non andavano pronunciate. Sedendo sulla sedia giusta del bar, bevendo un caffè a piccoli sorsi e terminandolo prima che si raffreddi, ai personaggi è data la possibilità di tornare indietro nel tempo, far riaffiorare rimpianti e ricordi dolorosi, senza però poter cambiare nulla del passato o del presente. Attraverso questa esperienza intensa e coinvolgente i protagonisti scopriranno che ciò che realmente conta è il tempo presente, che la vita va assaporata sorso dopo sorso, istante dopo istante, come il caffè fumante che si tiene tra le mani. Una storia affascinante ed intrigante dunque che riparla di occasioni perdute, focalizzando però l’attenzione sull’importanza delle occasioni che restano da vivere.
Il romanzo Pausa caffè con gatti di Charlie Jonas è ambientato in una caffetteria popolata da gattini, veri padroni e protagonisti. Anche in questo locale possono succedere cose straordinarie: basta accomodarsi, ordinare un caffè, scegliersi un libro dagli staffali, lasciando che un gatto si avvicini. Un’intera vita potrebbe cambiare, l’unica regola è saper aspettare. La caffetteria assurge quindi a luogo interiore, dell’anima, dove tutto sembra di nuovo possibile, dove il passato può servire a cambiare il presente, dove nulla può sembrare più imperdonabile, dove il rimorso cede il passo ad una seconda occasione. Una storia in cui i personaggi, grazie alla frequentazione del locale, ne escono decisamente più forti ed ottimisti.
Pure il romanzo di Diego Galdino Il primo caffè del mattino, con la sua continuazione L’ultimo caffè della sera, presenta vicende ambientate in un bar nel cuore di Roma dove Massimo, il giovane proprietario, grazie ai suoi caffè, incontrerà per la prima volta il vero amore.
L’opera del Premio Nobel Patrick Modiano Nel caffè della gioventù perduta, ambientata al Café Condé nel suggestivo quartiere latino di Parigi, racconta le vite di giovani studenti, poeti maledetti e singolari personaggi attirati a questo luogo d’incontro come falene alle luci della notte. In particolare la storia gravita attorno alla figura dell’avvenente quindicenne Louki, grazie alla quale l’autore ricostruisce la propria gioventù in una sorta di ricerca di identità e di recupero della memoria.
Il caffè dei gatti di Anna Sólyom ci presenta una quarantenne disperata che, dopo aver perso compagno, lavoro e possibilità di restare nella città in cui aveva vissuto per oltre dieci anni, Londra, rientra a Barcellona senza un quattrino. Le viene offerto un lavoro come cameriera al Neko Café dove abitano sette gatti; nonostante la sua fobia per i gatti, ella accetta l’offerta, e col tempo riesce a vincere le sue paure, imparando a riconoscere nelle bestiole la saggezza e ritrovando infine il proprio equilibrio, positività e voglia di aprirsi nuovamente alla vita e all’amore.
Protagonista del romanzo di Libby Page, The 24-Hour Café, è un caffè nel centro di Londra che non dorme mai. Apre le sue porte di giorno, come nel cuore della notte, ai soli e perduti e si trasforma in un luogo di piccole gentilezze, dove tutti sono sempre i benvenuti e ognuno può essere chi vuole. Una storia di appartenenza, di amicizia e di fiducia nei propri sogni che si dispiega nell’arco temporale di 24 ore, raccontata dai punti di vista delle due protagoniste, nonché grandi amiche e cameriere, all’interno della caffetteria durante i rispettivi turni di lavoro. Si toccano una miriade di temi: povertà, alcolismo, morte, disoccupazione, divisioni familiari, depressione, amore non corrisposto, lutto, amicizia. Ogni cliente riveste il suo peculiare ruolo e rappresenta un tassello fondamentale all’interno di quella piccola comunità.
“Il est plus facile de changer de religion que de café” (È più semplice cambiare religione che caffè)(Georges Courteline)
Bibliografia
Letteratura primaria
Diego Galdino, Il primo caffè del mattino, Sperling & Kupfer, 2019
Diego Galdino, L’ultimo caffè della sera, Sperling & Kupfer, 2019
Toshikazu Kawaguchi, Finché il caffè è caldo, Garzanti, 2020
Toshikazu Kawaguchi, Basta un caffè per essere felici, Garzanti, 2021
Toshikazu Kawaguchi, Il primo caffè della giornata, Garzanti, 2022
Charlie Jonas, Pausa caffè con gatti, Garzanti, 2021
Patrick Modiano, Dans le café de la jeunesse perdue, Sodis, 2013
Libby Page, The 24-Hour Café, Orion, 2020
Anna Sólyom, Il caffè dei gatti, Giunti, 2020
Letteratura secondaria
Claudia Fiorelli, Un sorso di libri, maremosso magazine, La Feltrinelli, settembre 2022
Marco Fusi, Il Caffè, il foglio della cultura illuminista, gennaio 2020
Martina P., Recensione di Pausa caffè con gatti di Charlie Jonas, in libri che passione .it-blog letterari, aprile 2021
Roberto Russo, 10 opere letterarie che ogni amante del caffè dovrebbe leggere, in libri e parole .it, luglio 2022
Caffeduetto .it, letteratura e caffè, ottobre 2020
Frwiki .it, Caffè letterario
Mondadori .it, Libri e caffè, 10 storie con l’aroma nelle parole