“Sono salita in ascensore, mi sono chiusa nel mio appartamento. Ho esaminato le sue bambole con cura, ne ho sentito l’odore di muffa, le ho disposte contro i dorsi dei miei libri. Nel constatare che erano povere e brutte mi sono sentita confusa. A differenza che nei racconti, la vita vera, quando è passata, si sporge non sulla chiarezza ma sull’oscurità. Ho pensato: ora che Lila si è fatta vedere così nitidamente, devo rassegnarmi a non vederla più.”
Arrivato alla conclusione di questa bellissima storia di un’amicizia “geniale”.
Inutile dire che mi mancano già, Elena Greco e Raffaella Cerullo , mi manca Napoli e Pasquale e Antonio, Pietro, Tina, Imma, e tutti i personaggi che mi hanno accompagnato tra i rioni di Napoli in queste due settimane. Ma soprattutto mi manca l’amicizia stimolante tra Lina e Lenù.