Quando partirono nel luglio del 1944 da Rio de Janeiro diretti in Italia con il trasporto truppe americano “Gen. Mann”, molti dei soldati brasiliani non avevano mai visto il mare. Partirono senza armi e con uniformi e scarpe che presto vennero sostituite perché inadatte a combattere in guerra.
Male addestrati, alcuni malati, altri arruolati da pochi giorni, i fanti della Força Expedicionaria Brasileira si ritrovarono sulla Linea Gotica a combattere contro uno degli eserciti meglio organizzati del mondo: i tedeschi. I pracinhas scesero in combattimento a Vecchiano. Entrarono a Massarosa e Camaiore e poi nella Valle del Serchio liberarono Barga e Gallicano. Qui per poche ore sfondarono le linee nemiche conquistando il Monte Lama, sopra Sommocolonia, poi ripreso dal contrattacco tedesco. Trasferiti nella Valle del Reno subirono la terribile sconfitta di Monte Castello, dovuta all’inesperienza e alla difficoltà di rapporto con gli americani. Poi la neve, che quasi nessuno aveva mai visto e le difficili lotte di pattuglie tra i bombardamenti, il congelamento, cambiarono i soldati brasiliani. In trincea impararono a conoscere le tecniche e le tattiche, l’uso delle armi, delle comunicazioni, dei rifornimenti.
Tutto era iniziato il 31 agosto 1942, quando il Brasile aveva dichiarato guerra alla Germania e all’Italia. Il Brasile entrò nella Seconda guerra mondiale con il contingente della Força Expedicionária Brasileira inviando sul fronte della Linea Gotica 25.334 uomini. Di questi 15.069 presero parte ai combattimenti subendo 457 morti, tra i quali 13 ufficiali e 444 soldati. Inoltre persero la vita 8 piloti della Força Aerea Brasileira. Il saggio dello storico Andrea Giannasi “La F.E.B. Força Expedicionária Brasileira” (Tralerighe libri editore) ricostruisce, attraverso i documenti del The National Archives, Londra, dell’ANVFEB di Rio de Janeiro, del Bundesarchiv Militärarchiv di Friburgo, e di una ampia bibliografia, la storia giorno per giorno della F.E.B.
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