Poeta segue a poeta, in un unico canto
“Cara Yuleisy,
ogni giorno siamo circondati dalla poesia, ma i più non lo comprendono, perché questo tipo di società, rivolta spesso a una futile idea di progresso e all’avere beni materiali, così da essere, così da venire considerati, così da avere un seguito, non ci ha educati a coglierla. Inoltre la poesia, come ogni ambito filosofico, letterario o artistico, dai più viene considerata come un qualcosa di lontano, di esclusivo, e ciò è triste e sbagliato, e fa sì che oltre ad allontanare l’uomo da essa, allontana, anche, l’uomo dall’uomo. Forse non si è capito che invece la poesia è la prima manifestazione dei propri valori e, allo stesso tempo, il desiderio di costruirne altri, assieme ai tuoi simili. Quindi è un Io che vuole rinnovarsi e rinnovare, e invitare l’altro a fare lo stesso. Inoltre la poesia è un lodare il mondo circostante e il farsi lodare da esso, liberi da ogni gabbia e, perciò, da ogni costrizione. In tal modo ognuno di noi potrebbe essere un poeta, in particolare quando ci operiamo per compiere un gesto benevolo verso il prossimo, oppure quando, presa coscienza del compito a cui siamo chiamati, capiamo che si fa parte di una catena, che a uomo segue uomo, a poeta segue poeta, così da mantenere viva una fiamma e continuare a tracciare una possibile via verso l’armonia, il bello, l’amore, la pace.
Con questo spirito tu hai studiato la poesia di Tonino Guerra e, dalla stessa, hai preso spunto al fine di dare vita a questo libro in cui versi si uniscono a prose, suggestioni a scoperte, emozioni a trasporti, infatti, e non a caso, la poesia, di per sé, è spiritualità, e crea spiritualità, tracciando un cerchio in cui il perdurare e l’eterno trovano casa, e in cui la tenacia diviene pareti e tetto della stessa. Quindi fare poesia significa anche vivere con coraggio, donare e donarsi, nonché prestare ascolto a chi ti ha preceduto e trasmettere il suo sapere e i suoi sentimenti a chi verrà dopo di te. E questo risulta spontaneo, una volta convertiti a tale credo, a tale componente di speranza, e, sempre più, leggendoti, avverto che suddetta grazia ti appartiene. Anche Tonino Guerra, che ho avuto il piacere di conoscere e di quel tanto frequentare, era al corrente di ciò e, proprio per questo, sosteneva che quando lo coglieva il bisogno di scrivere, lo stesso non scaturiva da una scelta momentanea, ma da un dovere perdurante rivolto al mantenimento della memoria di quello che era stato, così prendeva carta e penna e testimoniava il passato, lo trasformava in presente e lo indicava quale futuro, come poi tu, futuro di Tonino, stai facendo ora, e non posso che esserne felice, in primo luogo perché me lo fai rivivere, me lo fai rivedere davanti, mentre ci raccontavamo della nostra Romagna, poi perché nulla mai muore, nulla mai si perde. E di ciò ti ringrazio, ritenendoti una degna custode del sacro fuoco“
“L’infanzia dell’erba“, casa editrice Melville Edizioni 2021