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“Then love comes, like a sudden flight of birds

from earth to heaven after rain. Your kiss,

recalled, unstrings, like pearls, this chain of words.

Huge skies connect us, joining here to there.

Desire and passion on the thinking air.”

(Poi l’amore arriva, come un inaspettato volo d’uccelli

dalla terra al cielo dopo la pioggia. Il tuo bacio,

ricordato, scioglie, come perle, questa catena di parole.

Cieli immensi ci collegano, unendo il qui e il là.

Desiderio e passione nell’aria pensante.)

da Rapture

Cenni biografici

Carol Ann Duffy è una nota poetessa scozzese, nata a Glasgow nel dicembre del 1955 da genitori radicali appartenenti alla classe operaia; è inoltre un’omosessuale dichiarata che cresce una figlia con la partner. A tutto si potrebbe quindi pensare, tranne che ad una rappresentante dell’Establishment (istituzione) inglese, se non fosse che nel 2009 ottenne la nomina ufficiale di Poet Laureate del Regno Unito e fu di fatto la prima donna in 400 anni a portare il titolo che rende un autore dipendente della Casa Reale di Windsor e ne dichiara l’eccellenza della produzione poetica. Carol Ann si laurea nel 1977 in filosofia all’università di Liverpool; a partire del 1985 pubblica le sue liriche presso la rinomata casa editrice Anvil Poetry Press. Ottiene diversi riconoscimenti e premi letterari, quali lo Scottish Arts Council per la raccolta Mean Time del 1993, il Forward ed il Whitebread Prize for Poetry. Viene conosciuta principalmente attraverso public readings, eventi culturali e festival della letteratura. I suoi testi sono inclusi nei programmi scolastici e universitari del Regno Unito. Oltre che alla poesia, si dedica alla scrittura di versi per bambini, di testi teatrali e adattamenti delle fiabe dei Fratelli Grimm; è inoltre curatrice di svariate antologie poetiche e pubblica i propri componimenti in quotidiani e alla radio. Lavora come insegnante di poesia contemporanea e di scrittura creativa presso la Writing School dell’università di Manchester, dove risiede dal 1996. 

Critica, temi e stile

Danette DiMarco in Mosaic, rivista internazionale di critica dell’Università di Manitoba, la definisce “la poetessa del post dopoguerra dell’Inghilterra: l’Inghilterra della Thatcher”. I versi della Duffy parlano principalmente d’amore, lo fanno attraverso lunghi monologhi interiori che caratterizzano ampiamente e rendono mitiche le figure femminili che popolano le sue liriche; versi che sanno dare voce anche a chi vive ai margini della società, a menti disturbate, a psicopatici, a tutti gli esclusi, gonfi di risentimenti e rancori verso il mondo e le ingiustizie. La Duffy si presenta sensibile a tematiche di genere, di cultura contemporanea, di oppressione ed ingiustizia sociale, di alienazione.(3) La poetessa ha riscosso un grande successo presso la critica per il suo versificare toccante, sensibile e arguto, abile ad evocare l’amore, la perdita e la nostalgia. Sono composizioni da un lato accessibili e divertenti, mentre si presentano in una veste classica e sono contraddistinte da una tecnica acuta e pungente.(1) L’autrice ama usare parole semplici e quotidiane in maniera complicata ed elaborata. Il suo stile è umoristico, giocoso, ricco di giochi di parole. Parla di amore, non soltanto romantico, ma pure sensuale ed intensamente materno e filiale. Mito e fiaba sono presenti nei suoi testi, ma rivisitati in chiave moderna e contemporanea. Mescola tenerezza e durezza, lirismo e umorismo, accosta posizioni non convenzionali a forme tradizionali, quali a titolo d’esempio il sonetto e il monologo drammatico che affonda le radici nella tradizione letteraria inglese con Robert Browning.(2) Grazie all’accessibilità e all’interesse che le sue opere suscitano, il pubblico dei lettori e degli ascoltatori della Duffy, che sempre riesce ad identificarsi nei suoi versi, è molto vasto e ciò la ha portata ad essere considerata una delle più amate rappresentanti della poesia dell’epoca moderna, ad essere apprezzata anche da critici e accademici, data altresì la ricercatezza dello stile. 

La donna nelle opere

Il lato femminista nelle sue poesie risulta molto marcato fin dalla sua prima raccolta poetica intitolata Standing Female Nude (Nudo di donna in piedi) del 1985: nell’opera la protagonista, una modella, accetta inizialmente le posizioni convenzionali circa la bellezza in arte e ciò che definisce la donna ideale, rendendosi conto in seguito che l’arte non potrà mai “disciplinarla”, né contenere la sua bellezza di donna. Tale presa di consapevolezza la condurrà al pungente commento finale rivolto all’opera del pittore che l’ha ritratta: “It does not look like me” (Non mi assomiglia affatto). Si tratta di una sfida alle nozioni tradizionali che vedono l’artista maschio capace di trasformare il corpo nudo di una modella nella sua rappresentazione ideale astratta.

Grande successo presso la critica ebbe l’opera The World’s Wife (La moglie del mondo) uscita nel 1999 che presenta un abile sovvertimento di mito e storia. Essa comprende poesie “raccontate” dal punto di vista di donne sia esistite che fittizie, in qualità di mogli o amanti di uomini famosi, quali Esopo, Ponzio Pilato, Faust, Erode, Quasimodo, Lazzaro, Freud, Darwin, King Kong, Icaro, Midas. I personaggi che popolano questi versi, presentati con uno stile innovativo, umoristico e tagliente, ci permettono di viaggiare attraverso i secoli e le leggende. Nei versi emergono considerazioni, pensieri, riflessioni da un punto di vista tutto femminile: la signora Esopo esprime la sua stanchezza per le continue moralizzazioni del marito; la signora Freud lamenta l’ossessione del marito per l’organo genitale maschile; la signora Lazzaro, dopo avere incontrato un nuovo partner, si ritrova con la vita rovinata a causa del ritorno dell’ex coniuge defunto: “He lived. I saw the horror on his face./…my bridegroom in his rotting shroud,/…croaking his cuckold name, disinherited, out of his time.” (Viveva. Vidi l’orrore sul suo volto…il mio sposo nel suo marcio sudario,…gracchiando il suo nome da cornuto, diseredato, fuori dal tempo). La signora Midas si dice disgustata dall’avidità del consorte, allo stesso tempo desiderando da lui ciò che non potrà mai avere: il suo tocco, una sua calda carezza: “I think of him in certain lights, dawn, late afternoon/…I miss most,/ even now, his hands, his warm hands on my skin, his touch.” 

Ecco una divertente considerazione della moglie di Icaro: “I’m not the first or the last/to stand on a hillock,/watching the man she married/prove to the world/he’s a total, utter, absolute, Grade A pillock” (Non sarò la prima né l’ultima/ a starsene su un costone/ mentre guarda l’uomo che ha sposato/ dimostrare al mondo/ di essere un totale, perfetto/ assoluto idiota di serie A). E ancora la moglie di Darwin: “Went to the Zoo./I said to Him – /Something about that chimpanzee over there reminds me/of you” (Andammo allo zoo. Gli dissi – qualcosa di quello scimpanzé laggiù mi ricorda te). Ed ecco poi la moglie di Pigmalione prendere forma, animarsi ed accendersi di vita propria, mentre lui, scultore, la modellava e plasmava nell’avorio senza che lei inizialmente opponesse alcuna resistenza, facendo di lei e con lei tutto ciò che voleva, dominandola: “So I changed tack/grew warm, like canale wax/kissed back/was soft, was pliable/began to moan/got hot, got wild/arched, coiled,writhed/begged for his child/and at the climax/screamed my head off – /all an act./ And haven’t seen him since./Simple as that.” (Così cambiai tattica, divenni calda come la cera di una candela, lo baciai a mia volta, ero morbida, maneggevole, iniziai a gemere, mi eccitai, inarcandomi, dimenandomi, contorcendomi, lo implorai di fare un figlio con me, e giunta al culmine del piacere, urlai come una pazza – tutta una messa in scena. E da quel momento non lo vidi più. È stato così semplice).

L’amore nelle opere

La raccolta uscita nel 2005, Rapture (Estasi), racconta dell’inizio, dello svolgersi e dispiegarsi e dell’inevitabile fine di una relazione d’amore. Fu vincitrice del T.S. Eliot Prize. L’opera comprende 52 liriche e venne pubblicata dopo la fine di una convivenza dell’autrice: si tratta di versi spregiudicati, sensuali e teneri, intensamente personali, emozionali, elegiaci, dove la scrittrice esplora i recessi dell’esperienza umana, della gioia e del dolore: “Then the stars between us are love/ urging its light” (Allora le stelle tra di noi sono amore che reclama la sua luce), da Absence; “I swear your love/would raise me/out of my grave,/in my flesh and blood,/like Lazarus;/hungry for this,/and this, and this,/your living kiss.” (Giuro che il tuo amore mi farebbe alzare e uscire dalla mia tomba, in carne ed ossa, come Lazzaro; affamato di questo, questo e questo, il tuo bacio vivente), da If I Was Dead. Ed infine ecco il distico finale in rima (rhyming couplet) tratto dal sonetto Syntax, dove l’autrice gioca sui pronomi  thou/thee/thy, forme arcaiche del pronome personale you: “Love’s language starts, stops, starts;/the right words flowing or clotting in the heart.” (La lingua dell’amore parte si ferma e riparte, le giuste parole che scorrono o coagulano nel cuore).

Dalla raccolta del 2004 New Selected Poems 1984-2004, la poesia Valentine (San Valentino) si presenta quale ode dell’anti-amore: in essa, caratterizzata da una grande forza dell’immagine e dall’ambivalenza di significati, l’amore viene paragonato ad una cipolla, composta di uno strato marrone di superficie che funge da involucro di un regalo, di una forma tondeggiante di colore biancastro che richiama la luna piena tanto apprezzata dagli amanti, e, per finire, di strati, allusione agli amanti che si  spogliano, e di lacrime, il mal d’amore: “Not a red rose or a satin heart/I give you an onion/It is a moon wrapped in brown paper/It promises light/like the careful undressing of love/… It will blind you with tears/like a lover/It will make your reflextion/ a wobbling photo of grief.” (Non una rosa rossa o un cuore di raso. Ti do una cipolla. È una luna incartata con involucro marrone. Promette luce come lo spogliarsi cauto dell’amore… Ti accecherà con le lacrime come un amante. Trasformerà il tuo riflesso in una barcollante fotografia di dolore).

Conclusione

La raccolta del 2011 The Bees (Le api), vincitrice del Costa Book Awards Prize, mette in luce l’irrequietezza dilagante e frastornante tipica del mondo moderno e dell’ambiente che ci circonda, come pure l’attività frenetica ed incessante delle api nell’alveare, che rispecchia la continua attività della mente poetica: “Been deep, my poet bees,/in the parts of flowers,/ in daffodil, thistle, rose, even/the golden Lotus; so glide,/gilded, glad, golden, thus -/wise – and know of us:/ how your scent pervades/my shadowed, busy heart,/and honey is art.” (In profondità mie api poetesse, nelle parti del fiore, nel narciso, nel cardo, nella rosa, perfino nel loto color oro; così planate, dorate, felici, auree, così -sagge- e di noi sapete: come il vostro profumo pervada il mio cuore indaffarato e in ombra, e il miele sia arte). Una raccolta poetica che abbraccia il mondo, ricca di temi delicati quali la natura e la sua salvaguardia, l’impegno sociale, il dolore, la perdita. Il tutto presentato in maniera diretta e onesta, ma anche ironica e divertente. Ecco dunque Carol Ann Duffy, poetessa che, abbracciando e facendo proprio il passato della tradizione letteraria, sempre la innova, con nuove slancio e nuovi stimoli.(4)

“perpetual rain, nothing like tears, unloving clouds;

language unloving love; even the stale air

unloving all the spaces where you were.”

(pioggia perpetua, non come le lacrime, nuvole senza amore;

lingua che non ama l’amore, persino l’aria viziata

non ama più gli spazi in cui c’eri tu)

da Rapture, Unloving

Bibliografia

Letteratura primaria 

Carol Ann Duffy, Standing Female Nude, London, Anvil, 1985

Carol Ann Duffy, Mean Time, London, Anvil,1993

Carol Ann Duffy, The World’s Wife, London, Picador, 1990

Carol Ann Duffy, Rapture, London, Picador, 2005

Carol Ann Duffy, Selected Poems 1984-2004, London, Penguin, 2004

Carol Ann Duffy, The Bees, London, Picador, 2011

Letteratura secondaria

(1)Poetry foundation.org: Carol Ann Duffy

(2)Scottish Poetry Library: Carol Ann Duffy

(3)literature.britishcouncil.org/writer/carol-ann-duffy

(4)Angela Fato, Carol Ann Duffy, enciclopediadelledonne.it

Alan Gillespie, On my hatred for Carol Ann Duffy, July 2018, medium.com

Mary Hughes-Edward, Carol Ann Duffy: how the acclaimed poet has found new life after laureateship, June 2020, The conversation.com

Kate Kellaway, “Empty Nest: Poems for Families”, edited by Carol Ann Duffy – review – the agony of absence, March 2021, the guardian.com

Meet the Author: Carol Ann Duffy, interview by Nick Higham, January 2012,BBC news

Carol Ann Duffy, podcast, 2015, Auckland Writers Festival

News Reporter
Claudia Messelodi lavora come insegnante di lingue e letterature straniere in un liceo. Ama scrivere poesie ed haiku sia in italiano che in altre lingue straniere, principalmente in inglese. Parecchie sue liriche hanno ottenuto premi e riconoscimenti poetici e sono state pubblicate su antologie nazionali ed internazionali, su riviste poetiche online e cartacee, su siti e blog specializzati. Ha pubblicato diversi saggi letterari e raccolte poetiche a partire dal 2012: Sky-blue Wisteria/Glicini Azzurri, Variations of Sky and Soul/Variazioni di Cielo e Anima, Interlacements/Intrecci, Sinuosità, Blue Moon, Colori nel Vento, Alternanze, Nonostante il Vento, Porte Socchiuse, Luce, I Colori dell'Arcobaleno, Un pacificante intreccio di pensieri, Oltremare, Il sottile equilibrio tra arte e vita: la scrittura femminile nel mondo anglosassone tra la fine del '700 e il nuovo millennio, Emozioni. www.claudiastones.blogspot.com
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