Un intreccio di vita e scrittura
Isabel Allende nasce nel 1942 da una famiglia di diplomatici a Lima, in Perù. Dall’età di tre anni, dopo il trasferimento della famiglia a Santiago nel Cile, viene cresciuta nella casa dei nonni; trascorre gran parte dell’infanzia e dell’adolescenza viaggiando tra l’Europa, il Libano e la Bolivia. Si stabilisce in seguito nuovamente in Cile dove si sposa con Miguel e ha due figli, Nicolás e Paula; a causa del colpo di stato militare del 1973 e la successiva morte dello zio, il presidente socialista Salvador Allende, sceglie di andare in esilio a Caracas, in Venezuela, dove si stabilisce per tredici anni. Nel 1986 divorzia dal marito e conosce l’avvocato di San Francisco William Gordon, con il quale decide di trasferirsi in California. La sua vicenda personale, profondamente segnata da una natura migrante, si rifletterà nelle sue opere e nella sua vita artistica.
Inizia a scrivere il suo primo romanzo nel 1981, precisamente l’otto gennaio di quell’anno, giorno in cui riceve la tragica notizia dell’imminente morte del nonno, da lei tanto amato. Incomincia così a scrivere una sorta di lettera spirituale al nonno, uno scritto che diverrà il suo primo grande successo letterario, La casa degli spiriti. A partire da quel momento si impegna ad iniziare ogni anno una nuova opera in quella stessa data, l’otto di gennaio. Le sue storie sono pervase da un’atmosfera di realismo magico e fortemente influenzate ed ispirate dal capolavoro di Gabriel Garcia Marquez Cent’anni di solitudine. La scrittrice rivela di avere trovato in una cassetta nella propria abitazione in Libano, quand’era adolescente, una copia appartenente al patrigno di Mille e una notte, scritto erotico e segreto, che lei divorò di nascosto rannicchiata in un ripostiglio al buio, con una torcia in mano, e ne fu letteralmente stregata ed affascinata.
Nel 1991 la sua vita viene nuovamente sconvolta, questa volta a causa della malattia della figlia Paula, colpita da una grave patologia ereditaria, la porfiria; Paula si spegnerà purtroppo l’anno seguente all’età di soli ventinove anni:” Un día más de espera, uno menos de esperanza. Un día más de silencio, uno menos de vida. La muerte anda suelta por los pasillos y mi tarea es distraerla para que no encuentre tu puerta. (Un giorno in più di attesa, uno in meno di speranza. Un giorno in più di silenzio, uno in meno di vita. La morte vaga per i corridoi e il mio compito è di distrarla perché non trovi la tua porta. Da Paula) La scrittura aiuterà Isabel ad elaborare questa drammatica e devastante esperienza, dando forma al proprio lutto in una lunga lettera indirizzata alla figlia, come aveva fatto dieci anni prima nella circostanza della scomparsa del nonno. Da questo lungo e toccante scritto nascerà il suo famosissimo romanzo Paula. Nel 1997 è finalmente capace di uscire dallo stato di disperazione e desolazione in cui era sprofondata in seguito alla perdita della figlia, con il romanzo Afrodita, una raccolta di ricette e racconti afrodisiaci, grazie ai quali ritrova la voglia di vivere, di provare nuove emozioni, di cucinare, venendo così investita da una sorta di rinascita(1): “Me arrepiento de las dietas, de los platos deliciosos rechazados por vanidad, tanto como lamento las ocasiones hacer el amor que he dejado pasar por ocuparme de tareas pendientes o por virtud puritana.”(Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni di fare l’amore che ho lasciato correre per occuparmi di lavoro in sospeso o per virtù puritana. Da Afrodita) E ancora: “Los afrodisíacos son el puente entre gula y lujuria. En un mundo perfecto, supongo que cualquier alimento natural, sano, fresco, atractivo a la vista, sabroso y liviano sería afrodisíaco, pero la realidad es bastante más enrevesada.” (Gli afrodisiaci sono il ponte gettato tra gola e lussuria. Immagino che, in un mondo perfetto, qualsiasi alimento naturale, sano, fresco, di bell’aspetto, leggero e saporito – vale a dire, dotato di quelle caratteristiche che si cercano in un partner – sarebbe afrodisiaco, ma la realtà è ben più complessa. Da Afrodita)
Paula, del 1994, è un’opera autobiografica nata grazie al potere terapeutico della scrittura, dove la scrittrice tenta di uscire dall’abisso del dolore, passo dopo passo: “Si escribo algo, temo que suceda, si amo demasiado a alguien temo perderlo; sin embargo no puedo dejar de escribir ni de amar…” (Se scrivo qualcosa temo che accada, se amo troppo qualcuno temo di perderlo, eppure non posso smettere di scrivere né di amare. Da Paula) In essa affiora il sentimento di impotenza di fronte alla sofferenza di un figlio, sofferenza senza rimedio alcuno che porta ad assistere giorno dopo giorno ad una morte annunciata: “Ahora estoy obligada a permanecer quieta y callada; por mucho que corra no llego a ninguna parte, si grito nadie me oye.… Un esfuerzo brutal he ido toda mi vida remando río arriba; estoy cansada, quiero dar media vuelta, soltar los remos y dejar que la corriente me lleve suavemente hacia el mar. (Ora sono costretta a rimanere ferma e silenziosa, per quanto corra non arrivo da nessuna parte, se grido nessuno mi sente…Ho passato tutta la vita a remare contro corrente; sono stanca, voglio girarmi, abbandonare i remi e lasciare che la corrente mi trasporti dolcemente fino al mare. Da Paula) È il racconto appassionato di una madre che narra della propria vita e del dolore e che, al contempo, racconta le pagine più tristi della storia del proprio paese, il Cile, segnate profondamente ed indelebilmente dal dramma della morte di Salvador Allende in seguito al golpe dei militari guidati dal dittatore Augusto Pinochet. I libri di Isabel Allende, prendendo spunto dalla sua stessa vita e dalla sua esistenza avventurosa come un romanzo, ci dipingono degli affreschi che ritraggono il dramma della dittatura, affinché tutti lo possano conoscere e comprendere.(2) Raccontando di sé, Isabel dichiara di essere un animale politico, mostrando apertamente il suo femminismo in ogni sua opera, come pure il suo socialismo ed antimilitarismo.
Dopo ventotto anni trascorsi insieme al marito statunitense William Gordon, nel 2015 Isabel divorzia per la seconda volta. In quello stesso anno viene segnata da altre perdite e sofferenze, quali la scomparsa di tre cari amici e della storica agente letteraria. La sua vita entra in una sorta di lungo inverno personale e capisce che soltanto la scrittura avrà il potere di farla rinascere una volta ancora. Ciò avverrà grazie al romanzo Oltre l’inverno, titolo tratto da un passo dell’opera Ritorno a Tipasa scritta da Albert Camus: “Imparo finalmente, nel cuore dell’inverno, che c’era in me un’invincibile estate”. La scrittrice si innamorerà di un avvocato di New York, coetaneo e vedovo, di nome Roger Cukras: tale avvenimento rappresenterà una fondamentale fonte di ispirazione per la creazione dell’opera stessa. Pure il romanzo L’amante giapponese, scritto qualche anno prima, affronta il tema dell’amore senile, dove l’amore, nonostante l’età, rimane sempre lo stesso, fresco e potente, mentre è unicamente il corpo ad invecchiare, e dove i vecchi ancora credono e si aggrappano tenacemente al mondo, nonostante questi tenda ad ignorarli e dimenticarli: “Empezamos a envejecer en el momento de nacer, cambiamos día a día, la vida es un continuo fluir. Evolucionamos. Lo único diferente es que ahora estamos un poco mas cerca de la muerte. Y qué tiene eso de malo? El amor y la amistad no envejecen.” (Iniziamo a invecchiare nel momento in cui nasciamo, cambiamo giorno dopo giorno, la vita è un continuo fluire. Ci evolviamo. L’unica cosa diversa è che adesso siamo un po’ più vicini alla morte. E cosa c’è di male in questo? L’amore e l’amicizia non invecchiano. Da L’amante giapponese) E: “Hay pasiones que son incendios hasta que las ahoga el destino un zarpazo y aun así quedan brasas calientes listas para arder apenas les da oxígeno.” (Ci sono passioni che divampano come incendi fino a quando il destino non le soffoca con una zampata, ma anche in questi casi rimangono braci calde pronte ad ardere nuovamente non appena ritrovano l’ossigeno. Da L’amante giapponese)
L’Allende è una scrittrice ricca di spiritualità; la scomparsa della figlia, che lei sente sempre accanto e onnipresente, le ha insegnato a non temere la morte: ogni anno celebra il compleanno di Paula nella foresta dove furono cosparse le sue ceneri: “No hay separación definitiva mientras exista el recuerdo.” (Non esiste separazione definitiva finché esiste il ricordo. Da Paula) Ed ogni anno, come in un rituale magico, partendo da un’idea, inizia a scrivere un nuovo romanzo l’otto di gennaio, tuffandosi in una nuova avventura di rinascita e ricostruzione, mettendoci tutta se stessa, il suo tempo, lavoro e concentrazione. Le sue storie raccontano di relazioni umane e di emozioni semplici, sono storie di tutti, ci offrono verità che trovano una forte risonanza in ognuno di noi. La sua vita, benché avventurosa e movimentata, è fondamentalmente semplice e riflette un essere ed un fare autentici, spontanei e vitali.
Il suo ultimo romanzo, Lungo petalo di mare, narra del Winnipeg, la nave equipaggiata grazie agli sforzi del poeta Pablo Neruda al fine di mettere in salvo a Santiago in Cile migliaia di esuli della guerra civile spagnola, conflitto originato dalla terribile dittatura franchista. Tra i protagonisti dell’opera appaiono Neruda e il presidente socialista Salvador Allende, personaggi che offrono all’autrice la possibilità di parlarci ancora una volta del proprio paese e di mostrarsi agli occhi dei lettori quale conoscitrice profonda dell’America Latina e al contempo cittadina del mondo e scrittrice prolifica ed impegnata. Le tematiche principali che affiorano e permeano quest’opera sono la solidarietà, l’integrazione e la diseguaglianza: da quest’ultima scaturisce la violenza che porta a sua volta alle rivoluzioni. Per la scrittura del romanzo Isabel prende spunto dalle gravi e violente proteste giovanili che in quei tempi ebbero luogo in Cile e che furono purtroppo risolte con la repressione militare sulle strade. Descrive il popolo cileno come un popolo frustrato e vittima di un sistema che, privatizzando istruzione, sanità e trasporti, ha procurato malcontento, ingiustizia e risentimenti. Da qui la necessità di un cambiamento radicale che di certo, secondo la scrittrice, non si ottiene mediante la violenza, né soffocando i rivoltosi con le armi.(4)
La critica
Il fatto del grande successo dei suoi romanzi e soprattutto quello di essere donna non la hanno resa benvoluta ed apprezzata agli occhi della critica. Per questo motivo ella ritiene più che mai necessario essere femministe, specialmente di questi tempi.(3) Isabel fu bersaglio della critica principalmente da parte di canonizzatori del romanzo, i cui attacchi nascono evidentemente dal pregiudizio nei riguardi del suo essere “donna”, di origine borghese, giornalista e redattrice di una colonna femminista, senza una completa formazione accademica. Vi è inoltre una certa dose di insofferenza ed invidia che trapela nelle critiche che le vengono mosse, soprattutto quando colpiscono “l’età avanzata” in cui ella iniziò a scrivere e pubblicare, a 40 anni, e le troppe vendite dei romanzi, considerati in una luce negativa, alla stregua di scontati ed effimeri bestseller. Quella dell’Allende è invece una carriera letteraria di oltre trent’anni, di grandissimo successo e produttività, che culmina nel 2010, anno in cui ottiene il Premio Nazionale cileno per la letteratura e che la consacra la migliore e più amata scrittrice sudamericana, con oltre 65 milioni di copie vendute e tradotte in più di 35 lingue.(5)
La figura femminile
Isabel mette al centro dei suoi romanzi figure femminili forti e determinate, rendendole indimenticabili; intreccia sapientemente ed instancabilmente vite, storie e personaggi in una dimensione temporale circolare e continua, priva di brusche interruzioni, mentre viaggia tra un continente e l’altro e passa da una generazione all’altra in maniera del tutto fluida, dentro una prosa intrigante, liquida e scorrevole, in cui non è dato perdersi. Racconta di lotte e passioni in cui le donne sono protagoniste; gli uomini, benché presenti, restano sullo sfondo. Donne del passato, lontane, ma sempre attuali, donne che si assomigliano, avendo esse dovuto affrontare situazioni di difficoltà e sofferenza, per uscirne comunque vincitrici. Personaggi reali ma che assurgono a simboli, a figure mitologiche. Eva Luna, dall’omonimo romanzo, e Inés, dall’opera Ines dell’anima mia, parteciperanno alle rivoluzioni e alle guerre di conquista del loro paese a fianco di figure maschili, ma saranno al tempo stesso donne innamorate, passionali e profonde: “Un hombre hace lo que puede, una mujer hace lo que el hombre no puede.” (Un uomo fa quel che può, una donna quello che lui non può. Da Inés dell’anima mia) La scrittrice vuole dare valore e forza all’anello considerato debole della società, la parte femminile, per sconfiggerne i pregiudizi e la censura. E lo fa attraverso questi esempi di donne, emblemi di tolleranza ed apertura, intraprendenza e al contempo devozione e compassione, qualità caratterizzanti la dimensione e sensibilità femminili.(6)
Ne La casa degli spiriti, il suo primo romanzo, la protagonista è Alba, donna che proviene da un passato fatto di abusi, stupri e violenze. Tuttavia, Alba ne esce viva e, con una forza sorprendente, riesce a raccontare la sua storia basandosi sui vecchi diari scritti dalla nonna: “En algunos momentos tengo la sensación de que esto ya lo he vivido y que he escrito estas mismas palabras, pero comprendo que no soy yo, sino otra mujer, que anotó en sus cuadernos para que yo me sirviera de ellos.” (Ogni tanto ho la sensazione che questo l’ho già vissuto e che ho già scritto queste stesse parole, ma capisco che non sono io, bensì un’altra donna, che aveva preso appunti sui quaderni affinché io me ne servissi. Da La casa degli spiriti) La stessa Allende si identifica in Alba, vedendo la scrittura in chiave terapeutica, quale possibilità di un possibile superamento di un trauma. Sullo sfondo della vicenda appare sempre il Cile, il paese delle sue radici, la sua terra, coinvolto nelle tragiche vicende relative al rovesciamento del governo socialista da parte della dittatura: “No podía irme, porque lejos de esta tierra sería como los árboles que cortan para Navidad, esos pobres pinos sin raíces que duran un tiempo y después se mueren.”(Non me ne potevo andare, perché lontano da questa terra sarei stata come gli alberi che tagliano a Natale, quei poveri pini senza radici che durano un po’ di tempo e poi muoiono. Da La casa degli spiriti) Questa dimensione di vasta portata le permette da un lato di dare maggior visibilità ad una tragedia considerevole e, al tempo stesso, di parlare di sé, della propria vicenda personale e delle proprie trasformazioni nel corso degli eventi. Si tratta di un retroterra di avvenimenti realmente accaduti, presentati però in una commistione tra realtà e fantasia, razionalità ed esoterismo, dove elementi sovrannaturali e gli spiriti del quotidiano rivelano il fondamentale aspetto dell’elemento magico a pervadere il fare artistico della scrittrice sudamericana. La casa degli spiriti è un romanzo che ebbe un forte peso politico, in cui gli angoli più sensibili ma anche più spietati dell’essere umano vengono portati alla luce, attraverso una narrazione fluida e semplice ed un linguaggio realistico e spesso crudo.(7)
Isabel Allende vede l’esistenza umana come un complesso arazzo, di cui la scrittura diviene parte integrante: “La vida es una tapiceria que se borda dia a dia con hilos de muchos colores, unos pesados y oscuros, otros delgados y luminosos, todos los hilos sirven.” (La vita è un arazzo e si ricama giorno dopo giorno con fili di molti colori, alcuni grossi e scuri, altri sottili e luminosi, tutti i fili servono. Da Il quaderno di Maya.) La scrittura rappresenta per lei un’alleata che le consente di non perdere alcun pezzo lungo il tortuoso ed intricato cammino della vita. Le sue opere scaturiscono tutte da una fervida immaginazione che fin da piccola era stata costantemente nutrita dalle parole e dai racconti di mistero, misticismo ed esoterismo della nonna, aspetti magici che si aggirano e aleggiano tra le pagine dei suoi romanzi, rendendo contenuti spesso complessi, realisti e malinconici, maggiormente leggeri, mistici ed umoristici.(8)
Laurea honoris causa
Nel maggio del 2007 viene conferita ad Isabel Allende, presso l’Università degli Studi di Trento, la Laurea Honoris Causa in Lingue e Letterature moderne euroamericane. La scrittrice tiene in quell’occasione una lectio magistralis, curata e pubblicata da Feltrinelli con il titolo originale Oficio de contar. L’autrice rivela i punti fondamentali legati all’esperienza del raccontare che descrive come un’esperienza totalizzante, coinvolgente ed esaltante, in grado di salvare un’anima, di ricreare quell’energia necessaria a fronteggiare situazioni di sofferenza: “Un dolor así, dolor del alma, no se quita con remedios, terapia o vacaciones; un dolor así se sufre simplemente a fondo, sin atenuantes, como debe ser.” (Un dolore così, dolore dell’anima, non si elimina con medicine, terapie o vacanze; un dolore così lo si soffre, semplicemente, fino in fondo, senza attenuanti, come è giusto che sia. Da Il quaderno di Maya)
Spiega come le sue storie vengano narrate col tono di conversazioni intime e familiari, mentre affrontano gli eventi drammatici e le grandi epopee della storia e sottolinea come il compito del narratore sia quello di preservare la storia, dissotterrarne i segreti, interpretare sogni e misteri. Ci illustra come la propria produzione artistica sia inserita nel movimento letterario del Realismo Magico, essendo le sue storie fitte di misteri, coincidenze, sogni, casualità e premonizioni atti a determinare il dipanarsi degli eventi: “Busco verdad y belleza en la transparencia de una hoja en otoño, en la forma perfecta de un caracol en la playa, en la curva de una espalda femenina, en la textura de un antiguo tronco de árbol, pero también en otras formas escurridizas de la realidad.
Algunas veces, al trabajar con una imagen, aparece el alma de una persona, la emoción de un evento o la esencia vital de un objeto, entonces la gratitud me estalla en el pecho; a esa revelación apunta mi oficio.” (Cerco verità e bellezza nella trasparenza di una foglia d’autunno, nella forma perfetta di una conchiglia sulla spiaggia, nella curva di una schiena femminile, nella consistenza d’un vecchio tronco d’albero e anche in altre sfuggenti forme della realtà. Alle volte, mentre lavoro con un’immagine, appare l’anima di una persona, l’emozione di un evento o l’essenza vitale di un oggetto, così la gratitudine mi scoppia nel petto; a tale rivelazione punta il mio lavoro. Da Ritratto in seppia) Ella stessa, in quanto latinoamericana, ammette di essere molto vicina al fervore religioso ed al pensiero magico caratterizzanti questo popolo, dove l’essere umano, aggrappato ad una cieca credenza nel destino e nel caso, risulta avere scarso controllo sugli eventi reali.(9) Ed infine Isabel dichiara che la più grande fonte di ispirazione per le sue storie sia stata in assoluto la propria vita, ricca ed avventurosa, vissuta esattamente come un romanzo: “Escribir una novela es como bordar una tapicería con hilos de muchos colores: es un trabajo artesanal de cuidado y disciplina”. (Scrivere un romanzo è come ricamare un arazzo con un filo di molti colori: è un lavoro artigianale di cura e disciplina.)
Bibliografia
Letteratura primaria
Isabel Allende, La casa de los espiritus, Editorial Sudamericana, Buenos Aires1982
Isabel Allende, Eva Luna, Plaza & Janés 1987
Isabel Allende, Paula, Plaza & Janés 1994
Isabel Allende, Afrodita, Plaza & Janés 1997
Isabel Allende, Retrato en sepia, Editorial Sudamericana 2000
Isabel Allende, Inés del alma mía, Debolsillo 2006
(9)Isabel Allende, Oficio de contar, Feltrinelli Editore, Milano 2007
Isabel Allende, El cuaderno de Maya, Plaza & Janés 2011
Isabel Allende, El amante japonés, Plaza & Janés 2015
Isabel Allende, Más allá del invierno, Plaza & Janés 2017
Isabel Allende, Largo pétalo de mar, Plaza & Janés 2019
Letteratura secondaria
(8)Ambra Belloni, Isabel Allende:”La vita è come un arazzo che si ricama giorno dopo giorno”, full d’assi magazine, ottobre 2019
(7)Simona Bernini, La critica storica di “La casa degli spiriti”, Isabel Allende, notizie.it
(1)David Frati, Isabel Allende, mangialibri.it
(3)Antonella Guerrera, Isabel Allende: “Alla mia età è tornata la stagione dell’amore”, la Repubblica, Arte e Cultura, novembre 2017
(5)Arianna Plebani, Isabel Allende continuerà a scrivere dall’aldilà, sulromanzo.it, agosto 2014
(4)Alessandra Quattrocchi, “Isabel Allende presenta il suo nuovo libro a Milano: il Cile, la storia e un Lungo petalo di mare”, iodonna.it, costume e società, ottobre 2019
(2)Lucia Salviati, Paula di Isabel Allende, criticaletteraria.org, marzo 2011
(6)Silvia Zillotti, Eva Luna e le donne di Isabel Allende, 900 letterario.it, marzo 2015