“La profumazione di un fulmine durante lo sfregamento. Una piega, in trasparenza, evoca il colore dell’istante”
Non riuscire a guardare oltre i confini della normale apparenza a causa dei limiti umani imposti dalla δόξα . Il pensiero dell’artista e poetessa venezuelana Mariela Cordero è altamente basato sulla filosofia occidentale presocratica attraverso la quale: la cosmologia riceve una profonda scossa in quanto tende decisamente a trasformarsi in qualcosa di nuovo, ossia in ONTOLOGIA o meglio SCIENZA DELL’ESSERE. La Cordero, si serve del pensiero parmenideo per sviluppare la rigidità della realtà all’interno della vita quotidiana di ogni essere umano. Le cose sono intese in modo “comune” e “monotono” rispecchiando il parere e l’opinione della maggioranza, ma è bene capire che esse possiedono una propria plausibilità e per questo hanno un preciso motivo di esistere. Molte figure retoriche ed elementi allegoriche (anche di culture più distanti fra loro), sono i protagonisti di questa raccolta poetica, posizionati in maniera cronologica ed innovativa, inseriti come fonti di aiuto presso i quali, ricorrono, nei momenti di smarrimento. Mariela, sembra urlare che c’è ogni possibile dubbio di fronte al dubbio, perché lei chiede e risponde, a volte, in un cerchio infinito (Parmenide – La prima via dell’assoluta verità “L’essere è e non può non essere, il non essere, a sua volta, non può in alcun mondo essere”; il soliloquio – ampiamente utilizzato da Virginia Woolf). Dunque, per provare i veri sentimenti, spogliandosi di tutte le inutilità, bisogna eliminare l’insoddisfazione: IN – SODDISFEAZIONE = ANSIA = DOLORE. Qui, la poetessa venezuelana, si è servita del pensiero filosofico di Schopenhauer secondo il quale, l’Universo, si presenta mutato rispetto al mondo “idealista”, infatti, da dove gli uomini vedono armonia profonda e trasparente razionalità del concetto, il filosofo polacco riscontra il dominio di una volontà irrazionale, la quale, non sa bene cosa vuole, battendosi di conseguenza, senza una meta precisa e creando, così, il ciclo dell’insoddisfazione. Ne è un esempio lampante la poesia UN FILO:
Un filo
come proprietà
primitivo
orfano
con cui realizzo tessuti
e comporre
il corpo del dubbio.
Ma il ricordo, per la Cordero, è l’elemento che governa l’animo umano fino a condurlo nella dimensione incontaminata, al punto di partenza, dal quale tutto ha avuto inizio ponendosi, come mezzo, per l’eliminazione del velo di Maya. Perché, per la poetessa, il Mondo, agli occhi degli uomini, è visto sempre in maniera sottile, opprimendo la conoscenza vera. Proprio per questo, attraverso questa poetica, si percepisce l’esistenza netta del famoso velo di Maya sviluppato dalla cultura indiana attraverso la quale, ogni elemento, è visto dall’uomo, sottoforma di un’illusione fuggitiva (concetto che riprenderà più tardi anche il Leopardi). In questa concezione, ogni essere umano vuole qualcosa, tende verso qualcosa, e nel fare ciò, si agita e si muove verso un obiettivo, dunque, tutto si rivela essere VOLONTÀ di vivere. Questo elemento, spicca nella poesia VERSO LA DERIVA:
Andando verso la deriva
del tratto ho percepito
il ricordo dei fiori.
Ma la poetica della Cordero, rende il lettore eterno, perché ella sa descrivere il mondo esterno come un bravo osservatore onnisciente facendo acquisire al lettore, nuova dimensione, come in SCRICCHIOLIO LEGGERO:
Leggero scricchiolio
strappare la corteccia,
vegetazione spezzata
espirata in frammenti silenziosi.
Per Mariela Cordero, la poesia, rappresenta l’apeiron, ovvero l’infinito poiché composto da α privativo e peras (limiti, confini) che possono essere sia quantitativi che qualitativi “Dell’infinito non esiste principio poiché esso avrebbe un limite. L’infinito è il Divino (poesia) poiché è immortale ed indistruttibile”.